martedì, marzo 28, 2006

il lato sinistro del letto

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Charlie Schreiner

Vi dirò come è andata. Ho gironzolato per blog ad alto tasso erotico in questi giorni, (oggi mi occuperò di quelli femminili), ed ho scoperto così Saltabeccando tra titoli come “succhiotto indecente” “pornocrazia rivoluzionaria” o “dark side of vulva” ma il mio preferito è sicuramente “analizzami”, un mondo di fantasie inconfessate ed inconfessabili che vi elenco senza censure e a puro scopo informativo. I deboli di stomaco e i possessori di Skoda si accomodino alle uscite, astenersi perditempo, villosi e affetti da normalità.

Il primo blog che vi segnalo è quello di ClitoriDea che nega l’esistenza dell’orgasmo multiplo e perora la causa di quello prolungato, grazie alla stimolazione degli zigomi con una zucchina ripiena riesce ad averne uno solo ma della durata di 45 minuti, se volete saperne di più andate sul suo blog feroceuterina.splinder.com. Da non perdere anche quello di @mazzone34 (34 è l’anno di nascita), dove scopro che il culmine del piacere femminile viene raggiunto accoppiandosi con un malcapitato che viene prima inseguito durante una caccia all’uomo sui monti del Varesotto da un nugolo di donne a cavallo e da una quarantina di bracchi affamati e poi, una volta catturato, viene costretto a succhiarsi gli alluci e cotto al microonde con tutto il collare. Vulvassassina invece ama torturare i suoi partner leggendogli dei racconti erotici scritti da lei e minacciandoli con un vibratore acceso per delle ore, fino alla catarsi finale dove il piacere li coglie guardando videocassette vuote travestiti da giovani marmotte. Badessa sanguinaria da roma, ha un blog molto pepato che si chiama OrgasmodiClausura.blogspot.com, dove racconta come sia riuscita a circuire 122 boy scout durante il giubileo vestita da madre superiora (coi baffi) con il semplice scambio di santini di Padre Pio e di foto porno. Sorprendente è anche Vieni Fuori (da Bologna), che racconta a ruota libera i suoi incontri occasionali nelle discoteche o al circolo degli scacchisti. "Farlo con uno scacchista è il massimo, si viene una volta per uno e poi si ferma il cronometro, dopo, ognuno si riporta a casa la sua scacchiera senza coinvolgimenti e complicazioni". Un blog da 150 commenti e altrettanti latrati è @llucirossi. Questa provocante donzella è una feticista con la passione per i piedi, pensate ne ha rubati una quarantina mentre i partner ignari dormivano beati e monchi. “Li incontro in chat e li eccito dicendogli quanto porto di scarpe”. Sculacciami è una casalinga sadomaso di Bagiolo sul Varzo (TT) che ama girare per casa vestita del solo battipanni, col quale invita il suo giovane marito a perquoterla fino all’estasi per poi stenderla con delle mollette rigorosamente di pizzo rosso insieme alla biancheria intima e ad un paio di calzini. Il suo blog colorato e graficamente godibile è Stendimialcoperto.splinder.com. Ledimensionicont@no, è un blog molto particolare, dove potrete trovare una gallery fotografica della protagonista (dominatricealtruista82) dove vengono mostrati senza falsi pudori dei sensualissimi polpacci depilati e che afferma “Uomini, Quando la vostra compagna ha il clitoride più grande del vostro pene allora le dimensioni contano.” Junghiana&vaginale invece è ossessionata dalla sua fantasia erotica ricorrente , dove viene brutalizzata da un uomo senza volto vestito da Generale della Wermacht con accento lucano che la prende di spalle e poi la ammanetta ad un rinoceronte saggio ma poco paziente mentre alla radio una voce legge “Le intemperanze nei casi di piccole labbra congenite e di alluce valgo” con la voce di Ernesto Calindri. Interessante anche la parte del blog che si occupa dell’orgasmo del mento. Strazio Tatuato invece è una blogstar di Palermo che si eccita ipnotizzando i propri partner e convincendoli di essere superdotati. “Non accetto preliminari al di sotto delle tre ore e mezza, tra il prima il durante e il dopo, io, scelgo sempre l’altrove.” Concluderei questa memorabile carrellata con palpeggiami l'anima e il suo blog Vengosoloquandononcisei.splinder.com, La giovane blogstar di Onano sul Palmo (vs) ci insegna come raggiungere l’orgasmo se si è partiti in ritardo e, senza superare i limiti di velocità ,come ritrovare il punto G nel capanno degli attrezzi, ma soprattutto che il sesso è una cosa meravigliosa a patto che si sia consenzienti o almeno in due.

lunedì, marzo 27, 2006

mulini a vento

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"...morissi d'arte..."

giovedì, marzo 23, 2006

mR. cRumb (gomma pane)

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La gomma pane la mangio, dato che non faccio mai bozzetti e disegno direttamente i definitivi. E poi, perché ho fame. Questo lo sanno in pochi, sono un illustratore discreto io, nel senso che parlo poco. I personaggi vengono a trovarmi di tanto in tanto, il mio preferito è un tizio a pastelli che si fa chiamare Mr. Crumb. Passa di notte, quando mi scivola la testa e le voci diventano metalliche. Si cala giù da una matita e mi sporca i fogli. Mi passa qualche idea buona e mi ricorda chi sono e cosa ci faccio a questo mondo. Mr. Crumb ha la voce di un parroco di Frosinone, ma lui non lo sa e forse, è meglio così. Ho cominciato a disegnare prestissimo, come se avessi fretta di dire qualcosa, sassi nella scarpa, immagini come rimproveri. Ho sempre amato le matite colorate, più dei pennarelli ma molto meno delle tette, quelle li, mi sono sempre sembrate la cosa più bella mai fatta e, a parte un cuore che feci una volta con una penna biro, credo che sia così. Le tempere sanno di terra invece, il colore si stende a fatica, come quei pensieri da lettino, quelli che per tirarli fuori devi pagare, non come l’olio, che è morbido come la lingua di Camilla e copre e ripassa e cambia davanti agli occhi come certe nuvole nei giorni soffiati. La china ha quell’odore di pesce che ti entra nel naso e punge, carta francese ovviamente è l’unica puttana del porto buona per il mare di segni che ho. I pastelli li mordo e li mangio, ci lascio i segni dei canini, così che si sappia che sono miei e che abbiano il mio odore, spesso la sera mi lasciano strisce blu sulla lingua e mezzelune sotto le unghie, li tengo appuntiti in modo che non mi si fraintenda, un idea è una idea a patto che la capiscano tutti. Poi, di solito, mi sveglio.

“La carta è aristocratica e troia. Deve opporre quel po di resistenza, come un corteggiamento, cedere alle lusinghe del talento e scordarsi il suo setaccio di buona famiglia. Non ho dote, ma posso farla felice. E poi, io l’amo. “

lunedì, marzo 20, 2006

peccati indulgenti

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Regolamento:
Il partecipante a questo gioco deve indossare un cappello di carta con su scritto “Barnabeo libero Subito” oppure “10, 100, 1000 abluzioni” quindi, sbattere due uova e farina doppio zero, far soffriggere la cipolla per una buona mezz’ora e stando in equlibrio sul piede sinistro pronunciare la parola “periplo ottuso”, poi potete spedire 50 € al mio indirizzo. Premetto che sono ateo e che i miei unici contatti con Dio sono avvenuti per telefono (e la linea cadeva continuamente), quindi, le mie risposte alle domande di questo post, sono da considerarsi delle assolute idiozie e men che meno attendibili e che comunque la mia tabaccheria ha la lottomatica,dove, oltre al pagamento dei bolli è adesso possibile anche la vendita delle indulgenze, 5 euro a peccato ed una speciale patente a punti. Superato questo limite (25 punti) vi verrà inviato un corso di rieducazione tenuto da Mons. Ersilio Tonini e sottotitolato per i non udenti. Per i recidivi invece è prevista una reprimenda a domicilio di Padre Baget Bozzo vestito da Giudice scimmia e l’interdizione dai luoghi sacri e dalla masturbazione per 12 mesi, salvo pagamento tramite C.C. N° 999 a “Salvatevilanimapagando”.

Accidia: Non ho mai capito come si cucina, io continuo a metterci lo zenzero, ma poi mi annoio e la mangio cruda, si.

Lussuria: I miei atti di lussuria riguardano prevalentemente la mia mano destra e me (e una postina di Cologno Monzese con l’ottava di reggiseno e la voce da lottatore) ma in società con un mio amico mi sono dato alla costruzione di bambole gonfiabili, lo slogan recita più o meno così “Se avete i polmoni per gonfiarle avrete anche il fegato per andarci”. ma la mia vera perversione congenita è succhiare i gomiti delle novizie durante il vespro o sfiorarmi i talloni con un pollo di gomma.

Ira: non mi appartiene assolutamente, anche se a volte provo il desiderio incontrollabile di bombardare degli asili nido (questo accade sistematicamente ogni volta che perdo agli incontri clandestini delle marmotte) tra i miei hobby segnalo senza esitazione rivoltare lapidi nei cimiteri o anche circoncidere a tradimento chi pratica l'antisemitismo pubblico o da bar.
Invidia: fortunatamente no, non invidio nessuno, anche se ora che ci penso una volta ho desiderato essere qualcun altro, volevo essere una donna per sapere cosa si prova ad avere mal di testa la sera.

Gola: Prima o poi in qualche analisi, verranno trovate delle tracce di sangue nel mio colesterolo. Mi ritengo morigerato, anche se rammento che una volta alla festa per “L’autodeterminazione dello Gnocco” di Rocca Marazzolla sono riuscito ad ingoiare 37 gnocchi al gorgonzola in 2 minuti e 24 secondi senza essere intubato. Questa bravata mi ha regalato la tessera di socio onorario del club “Grassi Saturi” con il prestigioso incarico di Obeso senza portafoglio.
Avarizia: io non sono avaro, io compro le arance nella giornata per la lotta alla leucemia e poi le rivendo al doppio, oppure, verso assegni in bianco a telethon, figurarsi.
Superbia: superbo io? Non fatemi ridere, io non sono superbo, sono semplicemente il migliore. In tutto.

giovedì, marzo 16, 2006

pasto crudo

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Gustave Courbet "L'origine du monde"

Non mi importa niente del tuo clitoride oggi, ho altre cose per la testa e tra le gambe.”

Riemergo nel sonno da placenta ricordandomi che non dovrei essere qui. Lei sogna su un fianco, a piccoli scatti succhiandosi il pollice. Non ti amo. Ma ha un buonissimo odore e poi, la notte regala profili buoni e le lampade a muro sono ingannevoli come i teatranti. Ecco, stanotte ti ho amata dal loggione e ora non ti riconosco. T’ho amata anche di profilo una volta, piegavi un maglione e raccontavi qualcosa con una voce da grammofono. Un'altra volta invece guardavi verso gli aranci. Stare da soli in due, seduti sulle gambe o rifugiati in un abbraccio per non guardarsi in faccia. Non ti amo. Il pasto crudo è in piedi e nell'odore, nei graffi sui fianchi e sulla bocca di saliva sfatta dalla voglia, con la sete a sorsi, mi tiene ferma la testa e parla al contrario. Non dovrei essere qui, a rubarti l’acqua dalla bocca e il respiro alle spalle. Adesso cambia fianco e il sogno diventa mancino. Prometto, io non ti amo.

martedì, marzo 14, 2006

freaks

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...e poi, ci sono quei rarissimi casi in cui statura morale e fisica coincidono...

venerdì, marzo 10, 2006

la luna nel gozzo

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Lucien Freud

Se non mi pisciassi addosso ad ogni carezza, ad ogni angolo senz’ombra. Se non camminassi col culo di traverso facendo il pelo ai muri, non annusassi tra le cosce, non rubassi le ossa nelle macellerie, se solo non chiudessi gli occhi pesanti ad ogni chiazza di sole. E’ troppo per una pelle sola per le mie sole ossa per la vescica soffiata fino a scricchiolare, troppo, come trascinarsi addosso un corpo che non è tuo, un ventre che trattiene a malapena un ernia ed un anima antica, domata nell’acqua come la ribellione o i diverticoli. Se solo ricordassi dove metto tutti quei ricordi che sotterro in giardino, se solo non amassi le vostre cavilgie così a portata di sesso... Le maree poi, si prendono il resto, metri di spiaggia e la mia gola. Ululo, non ho scelta.


Tratto da “Giaculatorie con la gamba alzata” di R. Hobbs 1955

lunedì, marzo 06, 2006

il sangue ed il mosto

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“…lei fuma? fa bene. Una volta uno che conosco mi ha detto che ogni sigaretta è un ora in meno di vita. Mio padre fumava tabacco arrotolato dall’età di sette anni, trinciato fine, l’ho ucciso io che ne aveva 93. Lei capisce, mi fissava e poi guardava il respiratore e c’era anche un crocifisso che pendeva dalla parte sbagliata. Poi mi ha detto “non ce la faccio più” così l’ho baciato sulla fronte che sapeva di sale e ho staccato la spina. Mentre smetteva di respirare gli ho raccontato di quella volta, quando nel tufo umido e buio mi raccontava il sangue ed il mosto, con mani sagge e i gesti di sempre. Lei ha mai visto il vino bollire? Non credo, sono cose di ieri, come i passi dietro la porta e la spuma. Non mi sono mai fidato dei medici, ma soprattutto di Dio. Ha una sigaretta? Peccato. Sono stato io...”

venerdì, marzo 03, 2006

Lazlo Skags



Lazlo Skags voleva solamente due cose, la prima era stabilire almeno un record nella vita , anche per uscire dall’anonimato a cui il suo lavoro di collaudatore di bambole gonfiabili lo stava dolorosamente condannando, la seconda era avere finalmente un figlio legittimo e senza valvola di sicurezza. La sua famiglia era piena di fenomeni e di talenti. Il padre Argho Skags, aveva fatto parlare di se negli anni trenta per aver brevettato un distributore automatico di dentiere.La madre Samantah Cow Skags aveva il seno più pesante della contea, ben 28 kg. a mammella, la deambulazione gli era preclusa, ma in compenso muggiva. Il fratello Gregor pur andando malissimo a scuola, riusciva invece ad infilarsi due bottiglie di Budweiser nelle narici e tirarle fuori stappate. Il senso di inferiorità lo schiaccia, così una mattina si alzò dal letto e decise che sarebbe entrato nel guinnes dei primati, in un modo o nell’altro. Avrebbe lasciato un segno tangibile, avrebbe costretto il mondo ad accorgersi di lui, a non dimenticarlo. L’incontro che cambia la sua vita avviene all’università, dove incontra Frank Siffatto, l’uomo più alto del mondo in assetto variabile, che frequentava con lui il corso di “scrittura creativa & pongo” . Siffatto lo incoraggia a credere nel suo talento e con il suo aiuto tenta il primo record cercando di indossare 24 cappotti contemporaneamente durante la diretta tv di “Ammazzalo Johnny” ma soffoca dopo il dodicesimo e viene ricoverato d’urgenza per rosolia. La stampa comincia ad accorgersi di lazlo, che non si arrende e tenta un nuovo record provando a contare 123.434.56 piselli in un barattolo di ceci, ma anche il secondo tentativo naufraga, lo sforzo gli provoca un danno neuronale irreversibile e sangue dal naso, a causa di ciò non riesce più a cantare “Obnubilato’s Song” senza l’aiuto di un contapassi. Lazlo si allena per settimane e si ripresenta in grande forma per una nuova sfida, cercherà di ridere in 123 lingue diverse, ma un vuoto di memoria lo bloccherà drammaticamente sulla risata in mongolo. Il new York times lo deriderà con una prima pagina feroce “Skags! Slaps! Ouch!” (tipico gioco di parole per indicare che se non hai il talento per tenere un ombrello in equilibrio sul palmo di una mano probabilmente sei un idiota) Scrive alla moglie Carla “Mia adorata, tu almeno sei riuscita in qualcosa nella vita, il tuo record di orgasmi simulati consecutivi, resterà nella storia della pornografia, ma io? Cosa resterà di me? Hai da prestarmi 400 dollari? Sono un fallito…” Viene considerato un talento sprecato, sregolato, ma la sua rentreè viene organizzata dal suo manager in grande stile, davanti a milioni di telespettatori cercherà di suonare contemporaneamente tutti gli strumenti della Boston Philarmonic, ma qualcosa va storto e un disturbo bipolare fulminante lo obbliga invece a raccontare una barzelletta sui nani in diretta tv. “Skaggs! Dwarf!” titola il Cincinnati post. L’ultima occasione si presenta al cospetto del presidente D. D. Eisenhower in occasione della “festa del tacchino patriota” a Dallas. Lazlo Skags si esibisce immediatamente dopo Brown F. Doodward l’unico narcolettico che soffre di insonnia, ma Skags è concentrato e deciso a dare una svolta alla sua carriera, ha in mente di imbottire di tritolo e scalogno un fagiano vivo e di convincerlo ad iscriversi all’associazione cacciatori in meno di 18”. Malgrado la perfezione della prestazione Skags impiega 19,07” due decimi dopo il russo Kolianov (che prima di consacrarsi con il numero del fagiano, era entrato di diritto nel Guinnes del 1949 per aver succhiato un pallone da basket con una cannuccia da chinotto n.d.r.) Skags si ritira amareggiato dalle scene e non vi farà mai più ritorno, nell’unica intervista rilasciata poco prima della sua morte dirà “Ho sbagliato tutto, tra essere e apparire, avrei dovuto scegliere il contorno. Ma la sfida più grande è stata sopravvivere al mio fallimento

Tratto da “The Great Skags” ed. mediocri. 10 €

mercoledì, marzo 01, 2006

(Z)

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Douglas Fairbanks Jr. in "the mark of zorro" 1920

non mi piace scrivere, non mi piace nemmeno disegnare. Non mi piace niente e soprattutto non mi piaccio io, sono un bugiardo. Ieri, ho tentato una rapina in banca con una banana scarica (non avevo tolto la buccia) così per vezzo, un piacere estremo, un ricamo isterico. E fortuna ha voluto che la guardia giurata avesse la zucchina con la sicura inserita e una moglie frigida. Cerco conferme e trovo sempre occupato, se pagassi il canone forse, chissà. “Raoul” diceva mia madre scambiandomi per mio fratello Sancho “Ricordati una cosa.” ecco appunto, è tutta la vita che cerco di ricordarla eppure, niente. Deve essere un dettaglio, qualcosa nelle mutande, un granello nell’ingranaggio, sabbia tra i denti, manca lo so e non è l’arancione. Cercare quello che non sai è fonte di grande frustrazione e di dissenteria, e poi, non serve assolutamente a nulla nei casi di orchite. Ma a volte è nitida l’immagine di una serratura, altre volte invece è la voce di una donna che mi chiama per nome, altre ancora mi pento dei tuoi peccati. Non vi traggano in inganno il camice bianco e le mie braccia legate dietro la schiena è pur sempre carnevale e tra un costume da pazzo ed un pazzo vero, io, scelgo sempre Zorro. Le zeta le faccio sul muro, con le unghie o con l’urina, anzi no, con la spada, sul pallido culo del sergente Pedro Garcia da Portocannone, con moglie tre figli e una prostatite a carico. Garcia mi sputa nel piatto, ma io l’ho sempre fregato tengo tutto sotto la lingua e non inghiotto mai. Come i topi nel rancio (pron. rancho), che poi sono il rancio. Ho un piano adesso, datemi del carbone così avrò baffi nuovi , stelle sui talloni e ferrate il miglior cavallo a dondolo che sarò alla volta di Tarragona (alta) domani. Stringete intorno ai polsi quanto volete adesso, non temo i lacci. Rido al mercurocromo freddo sulle tempie, dai pure corrente Garcia, non mi mordo la lingua. Don Diego mi chiamo e non so cosa cerco.
avevo scritto un bellissimo post oggi, poi, me lo sono dimenticato. (però ho trovato una chiave nelle mutande)