aprile 77 [trittico]
Robert Doisneau |
Gioco di gambe
“Quelli che ami, o dovresti amare sono come le piante. se non ci stai attento, finisce che ti ritrovi un vaso vuoto e qualche foglia sul davanzale”. Me lo diceva sempre mio padre, poco prima di cominciare a picchiare mia madre. Per lui, che era stato peso medio alla fine dei settanta, menare era prendersi cura, starci attento, e comunque è bene tenersi in allenamento. Mia madre incassava da Dio, e aveva un gioco di gambe superbo. Per lei, che era stata campionessa di punto croce nel settantatrè, perdere i molari e la dignità era farsi amare. A me le piante non muoiono mai, invece. Dio benedica la plastica.
Offside
"Io questa cosa del fuorigioco non la capisco mica.." si, ha detto proprio così, mentre stavo guardando novantesimo minuto. Paolo Valenti si ferma e mi fa: "Hai sentito cosa ha detto ciccio? Questa insieme a - Ho 35 anni facciamo un bambino - è una cosa che una donna prima o poi ti dirà, non c'è scampo. Sono cazzi tuoi, adesso. L'atalanta pareggia sul campo del Torino con una gara accorta...." Sei li che mi fissi, e io non so che dirti. O meglio lo saprei benissimo, so che dovrei dirti che se non capisci il fuorigioco non possiamo stare insieme, che è una questione di condivisioni, di sentire comune, piccole percezioni. Hai masi sentito parlare di intesa, bambola? E poi penso anche, mentre ti metti una ciocca di rame dietro lorecchio, che sei bella da farmi piegare le ginocchia, e che io, Andrea Veroli classe ‘69, occhi verdi, capricorno, altri sei - sette mesi senza scopare non li passo neanche se mi dici che sei a favore della sperimentazione sui Barbapapà, e che comunque il gol dell’Atalanta era buono, tra l’altro. Allora ti bacio contento come un ubriaco, e ti sussurro “ Il fuorigioco, amore, è non essere all’altezza delle proprie azioni”.
Contenzione
Sono terrorizzato dagli insetti e dai numeri, perché non mi somigliano, credo. La soglia del dolore, è come il fischio del treno. Ed è un treno senza ritorno sapete. Camminare sul bordo, costeggiare il limite come una risacca, è una corsa senza salvezza, fatta di suoni acuti e che a voltarsi indietro, non lascia impronte a ritroso. Perché il trauma non ha storia apparente. La Pazzia, in fondo, è un dolore di cui hai dimenticato l'origine,e il male senza ragione, la ragione la toglie. Sono terrorizzato dagli insetti e dai numeri, ma la cosa che più mi spaventa sono i pazzi che gridano e cantano contro i lampioni per la strada, perché intimamente so di essere come loro.