l'ultimo capodanno
L'asse terrestre si era spostato di un metro. La grande esplosione fu vista fino a 3500 km di distanza, e il grande fungo Viola sparse cenere radioattiva e lenticchie per mesi. I fenomeni più evidenti furono glaciazioni, maremoti, tsunami e l'estinzione seduta stante delle foche monache e degli agenti immobiliari, orgasmi precoci nei bradipi, e mutazioni genetiche che portarono coccodrilli ipermetropi nelle fogne, e piedi palmati in tutti i nuotatori della staffetta 4X100 della nazionale Nepalese. Ma facciamo un passo indietro.
Greenville, ore 15:30 del 30 dicembre.
Alfonso Berliot, discende da una gloriosa stirpe di mutilati di guerra, la guerra dei botti di capodanno. Suo nonno, Grisnwald Berliot, tiene la salma della sua mano destra in una teca di vetro, ne fa sfoggio, orgogliosamente, nelle grandi occasioni. L'ha persa in battaglia il 31 dicembre del 1956 durante una furiosa lotta a colpi di bengala e bombe carta durata tutta la notte con il ragioniere Kurtzl Fink. Al ragioniere Fink, sul campo e con onore, era venuta a mancare anche la suocera Kallista Brieghel, detta Kallie. Ella, aveva messo a bollire la zuppa di cipolle per il cenone scambiando il sacchetto della polvere pirica per il pepe nero. Di lei Rimasero solamente la parannanza e un ginocchio che fu usato a memoria futura come fermaporta.
ore 05:40 del 31 dicembre Berliot nota strani movimenti in casa del Prfessor Ezra Fink, nipote Grinswald, un enorme pacco a forma di siluro, lungo almeno quattordici metri e mezzo legato con lo spago, fu portato da due facchini vestiti da becchini nel retro della casa. Dunque lo aveva fatto, Fink aveva preso il V2. Si vociferava del mitico ordigno da almeno due anni, da quando Gregor Zokr, il chimico di Winter strasse, si lasciò sfuggire durante una sbornia a base di bananino, che stava lavorando alla realizzazione del più grande bengala del mondo a testata nucleare. Fink è in netto vantaggio, si aggiudicherà la battaglia, e forse, la guerra. Bisogna correre ai ripari, rispondere al nemico. Ha sempre sperato di non doverlo fare, di non dover comporre quel numero, ha rinviato, rimandato, mordendosi il labbro, ma ora, non c'era più scelta. Afferra la cornetta e compone il numero.
ore 15:25 del 31 dicembre Karl Pretzel, detto Dott. Morte, è noto nel quartiere come il genio della polvere pirica, passa con indifferenza assoluta dai rauti alle bombe atomiche. Una leggenda racconta che in gioventù, è stato killer per la mafia. Un altra, ancora più terribile, dice che al piccolo Pretzel nessuno avesse mai regalato le miccette. Questo lo ha reso crudele e avido di vendetta fino al punto di battezzare sua figlia “Enola Gay”. Pretzel ha lavorato per un anno intero ad un sistema rivoluzionario di tracciamento, ovvero una serie di nuovi bengala in grado di seguire missili nemici con un sistema di rilevamento, annientarli, e poi dirigersi verso la fonte nemica con delle testate da 40 megatoni. Il tutto, costa due stipendi. Berliot si barrica in garage tutto il pomeriggio dedicandosi alla costruzione della rampa di lancio, ascoltando Wagner con una paresi da invasato sulla faccia.
ore 23:41 del 31 dicembre Berliot, osserva il campo nemico con un binocolo ad infrarossi. Nello stesso momento, Ezra Fink, con un comando a distanza apre il tetto del garage, e tra le canne da pesca le scarpe estive ed il decespugliatore elettrico fa capolino la punta del V2, dipinta di rosso con la scritta “benvenuti all'inverno”
ore 23:59 del 31 dicembre mentre il resto del mondo stappa bottiglie di spumante dolciastro, indossando degli osceni cappellini di carta a fiori, dal box auto di Alfonso Berliot si affaccia la carlinga del razzo “Funny Luftwaffe”. Il presidente fa un discorso a reti unificate, il mondo vomita cotechini, in uno sbucciarsi di fusi orari e fuochi di artificio, balletti, carri, costumi, buoni propositi, oroscopi pornografici ed esecuzioni di piazza con l'anno nuovo che sa di tappo.
E' così che è andata, Il fungo atomico bluastro si levò all'angolo tra Derren Strasse e Brueghen Strasse. Fu un aurora boreale dai riflessi metallici, i parrucchini si incenerirono, le lenticchie si attaccarono alle teglie e ai muri delle case, gli orlogi, loro malgrado saltarono un secondo o due. La teca di Grinswald Berliot si illuminò a giorno per un attimo, poi rotolò lungo il piano del comò passando tra un acquasantiera e una foto di un caro estinto incastrato a forza in un passeggino, poi, si frantumò a terra.
Il tempo è una convenzione, il tempo non esiste.
Buona anno a tutti.