paso doble
Henri Cartier Bresson
Penso ai cassetti pieni di sabbia, alla curva delle labbra che mordo non per fame ma per silenzio. Penso che non mi basto,non mi basta ingoiare ,origliare l'amore degli altri come i gatti il tuo ritorno sulle scale. Penso al tuo amore che non chiede permesso, imbucato alle feste, al suo vuoto che si prende lo spazio dei respiri e spezza il fiato. E' che ci vuole la pazienza dei santi, a negarsi gli abbracci, a non rubarsi gli sguardi dei ladri, non visti,nascosti dietro la colpa e il caffè. E ci vorrebbe un’anima amara per non sfiorarti gli anelli con le mani del fabbro, per non cacciarti la lingua tra le consonanti con il sapore del pane e la voglia del cane. Penso allora, a come tenere un segreto tra le costole, alle penitenze con le calze corte, alla tua voce che mi salvava ogni volta con la stessa golosa bestemmia, penso alla mia testa posata sul tuo ventre sconosciuto. Penso al mio corpo antico e domato dalla ruggine, ai passi che mancavano a pettinarti i capelli, a quelli, maledetti, che servono per un paso doble, con le scarpe di vernice nell'ora delle civette. Poi, mi ricordo che non so ballare. Mi sono preso per qualcun altro, come ogni venerdì.
“la distanza, amore, è il prezzo dei ricordi(?)”