bonnie & claudio
qui, 23 maggio 1934
"mi rubi tutti gli sguardi, e mai che me ne restituissi uno"
tua,
Bonnie
prologo:
sembra Parigi, e invece è solo sabato, forse sarà per le olive che galleggiano nel barattolo delle mance, o per il vapore della gaggia nel rame e nel latte, che sembra un addio su ruote di ferro, ma, giurerei di aver detto brioches. Le parole suonano come il tintinnio dei centesimi, come cose già dette, come l'inchiostro dei prezzi dietro la carta dei vini, è tutto già scritto. Non c'è astuzia nei fondi del caffè, né in un addio da seduti, tu già lo sai che la porta sul retro è una fuga, che per le mani nelle mani una chiave non basta. Questo amore è stato impararsi a memoria, il respiro degli altri negli scompartimenti vuoti, una combinazione. Tu vai a rifarti il trucco, io vado a pisciare.
epilogo:
Sembra Parigi ed è solo Roma, è tutto scritto, davvero, ma tanto io non so leggere.
tutto questo amore, maledetto dal vino e dal tabacco, dal battere di ciglia che separa il riso dal pianto, dai tuoi campi coltivati a mai, che a maggio come a natale, bellezza, siamo tutti più buoni. Tutto questo dolore, benedetto dal sale e dalla dalla polvere, nella curva di spalle delle mie giacche strette, nei tuoi appuntamenti mancati, sulle tue scuse belle nelle bocche degli altri. Tutto questo dolore, protetto e salvato, lavato via da un pianto salato. Tutta questa musica, tutto questo rancore, dimenticati dai sassi e dal jazz, e bada bene e ricorda se puoi, amore mio, che un uomo distratto non è indifferente, che un uomo distratto non è meno di niente, che un uomo distratto non si annoia mai.