Bartolomeo Pagano
"La cotoletta non la digerisco, una volta nei cestini per il pranzo c'era mezzo pollo e magari una mela. Ma io mica mangiavo con le comparse no, io avevo pasta con le polpette e vino, magari vicino al produttore. Ma venti anni fa si sono presi mezzo intestino e adesso mangio dodici volte al giorno. Riso bianco. Venivano a prendermi in auto blu, eccellenza mi chiamavano, anche se alzavo rocce di cartapesta vestito da semidio. La sa una cosa commissario? I miei ricordi sono tutti in bianco e nero."
Il toupè di Riccardo Rossi in arte Richard Ross, se ne stava appoggiato sull'unico testimone di polistirolo sulla scena del delitto. Richard Ross nel camerino della sua roulotte a Cinecittà, era morto. Sullo specchio, poco sotto le luci della ribalta una foto con dedica di Vanessa Lane "Al mio Ercole, con amore". Il commissario Tozzi aveva in mano il numero di "Scandalo Vip" della settimana prima, in copertina Ross picchiava un paparazzo a Via Veneto, mentre Vanessa Lane si copriva la faccia con la borsetta. Il titolo più o meno recitava "Ercole e La principessa di Atlantide, amore e botte". L'amore era sbocciato sul set dell'ultimo film, "Sansone contro il re di Atlantide" due miliardi al botteghino. Il che convinse i produttori a bissare subito con "Maciste contro il Dinosauro". Le botte invece arrivarono dopo, lei entrava e usciva dal pronto soccorso con lividi e cerotti, il più delle volte sbronza. Lui la accompagnava seguito da uno sciame di fotografi, il più delle volte stronzo.
"Io nelle notti di Cabiria ho sconfitto Ercole, Sansone, Le formiche giganti, ma non sono riuscito a battere il tempo commissario. Quello vince sempre, su tutti. Lei è rimasta com'era allora, solo che adesso parla. Noi giravamo film muti, commissario, per questo non mi ha riconosciuto quando mi sono avvicinato e l'ho chiamata per nome, “Anna”, le ho detto. Ed è per questo non si è voltata, lei non sa la mia voce.”
A Ross lo avevano ammazzato con una spada di scena, un gladio di legno verniciato con il manico di cuoio,infilato in mezzo allo sterno. Roba da carnevale. Strana morte per uno che aveva vissuto recitando la parte dell’eroe. Sotto le foto autografate, con Ross che abbatteva due colonne di cartongesso Tozzi trovò un foglio di carta a quadretti con scritto “Toccala ancora e t'ammazzo”. Poi anabolizzanti, pesi di plastica con l’acqua dentro. Uscito dalla Roulotte aveva spedito De Simone a comprare un pacco di riviste scandalistiche “e mò che ce famo co sta’ robba commissà?” “De simone, sai che diceva mia nonna?” “no che diceva su’ nonna?” “Che a pensà male se fa peccato, ma spesso ce s’azzecca” Poi si diresse verso la roulotte della Principessa di Atlantide.
Vanessa Lane, per gli “amici” Rita Ciancarelli, era diventata famosa arrivando terza al concorso di Miss Italia "Non ho vinto perche non ho accettato compromessi" disse " E come vede mi sono fatta da me" e si era fatta pure qualcun altro, le sue foto nella camera dell'hotel Chrystal con il produttore del film "Betzabea e le amazzoni ninfomani" avevano fatto il giro delle agenzie stampa, e l'avevano lanciata nell'olimpo delle attricette da Peplum. Aveva il seno rifatto e un alibi. Aveva passato la notte con il Dinosauro, diceva.
Io sono Maciste, l'uomo più forte del mondo, il duce mi strinse la mano una volta. I giornali dicevano che avrei battuto anche Primo Carnera, anche con un braccio dietro la schiena. Quando ho bussato alla roulotte lei stava gridando, e lui la picchiava. Venne ad aprire, aveva il rossetto intorno alla bocca e delle lacrime nere. “Che vuoi, vecchio?” Il tempo vince sempre, commissario.
Franco Bertani in arte Frank Brown, era il dinosauro. Si aggirava per cinecittà con una tuta di gomma e squame, teneva la testa del mostro sotto il braccio, come un cocomero. Un assistente di scena lo seguiva passo passo tenendogli alzata la coda con un cavo di nylon che nelle scene di azione si vedeva lontano un chilometro. “Quello la gonfiava de botte, qui lo sanno tutti….” Aveva detto grattandosi le squame. “E scommetto che te ce rode…” Tozzi gli aveva sventolato sotto il naso una foto in cui davanti ad un piatto di linguine con le cozze Baciava Vanessa Lane nella seconda di copertina di "Novella 2000" era lo scandalo del mese, la Principessa di Atlantide era una zoccola, e Ercole un cornuto. Aveva fatto la comparsa, e adesso, era stato promosso ad antagonista. Per avere la parte aveva superato trecento aspiranti dinosauri, ruggendo meglio di tutti, e soprattutto si era accoppiato con la protagonista. Tozzi aprì il biglietto a quadretti “Questo l'hai scritto te?”. Voleva ammazzarlo, veramente. Perché la picchiava, e per la gelosia. Che anche i dinosauri, sono gelosi, ma quando era arrivato alla roulotte, lo aveva trovato bello che morto. Il Dinosauro aveva un alibi anche lui, aveva passato la notte con la Principessa di Atlantide, e cosa più importante, arrivando aveva visto un vecchio figurante, Bartolomeo Pagano, uscire dalla roulotte, vestito da guerriero.
"De Simone, cosa sappiamo di questo Pagano?" Commissà, Bartolomeo Pagano ha una storia strana, è stato un divo del muto, lei se lo ricorda?” “De Simone, che facciamo, prendiamo per il culo? " Pagano Era stato il primo Maciste della storia, sul set aveva incontrato Anna Shavich, e da quel giorno non era esistita nessun’altra. Quando finì l’era del cinema muto, Bartolomeo Pagano non fu capace di parlare né alla macchina da presa, né ai telfoni bianchi, perché le divinità non parlano, e il mondo lo dimenticò per sempre. Perché i mortali dimenticano. Lei si ammalò di malaria dopo un viaggio in africa, e lui continuò a cercarla ogni mattina, con la mano, nel posto vuoto a fianco, almeno fino al primo giorno di riprese di “Maciste contro il Dinosauro”, quando vide Vanessa Lane in mezzo alle ancelle nel tempio di Atlantide. Tozzi trovò Pagano in un ripostiglio del teatro di posa N° 45. viveva li, da anni, Il custode gli portava da mangiare, e lui si arrangiava così, facendo la comparsa. “Signor Pagano, sono della polizia, dovrei farle qualche domanda…” “La stavo aspettando” disse Maciste, a braccia conserte tra due colonne di cartone.
“mi allaccio gli stivali, ed ho 50 anni, stringo il guanto di cuoio e ne ho 40, metto la spada nel fodero e ne ho di nuovo trenta, il petto si gonfia, le vene battono, i denti e i capelli ricrescono, la schiena è dritta. Ora ho vent’anni, come ieri. Quando ho bussato alla porta, lui ha aperto ed è scoppiato a ridere "bel costumino, nonnetto” . Poi ho pensato alle lacrime scure di Anna e al rossetto sfocato intorno alla sua bocca. "Io, sono Maciste" ho detto, e ho chiuso la porta della roulotte dietro di me. La sa una cosa commissario? I miei ricordi sono tutti in bianco e nero, tranne il sangue di ieri."