casa rossa
Red nose studio
La solitudine c'ha l'eco, che batte in testa, come i vecchi motori. Non ossigena, allucinogena in gocce, tutta viola come l'illusorio spazio che vi pare a portata di braccia. Sentire perfino la sabbia sotto le suole, ti lascia una coscienza da arredare per puro piacere (io consiglio ikea, costa poco, e poi, da quelle parti la gente ti rompe i coglioni solo sei mesi l'anno, per non parlare del fatto che ti regala le matite). Ella (la solitudine), impenitente ed abitudinaria come il suo padrone, dona senza ritegno e sciala, barbe incolte, sesso brado, macchie peste sul collo che promettono per un massimo di ventiquattr'ore suonate (da una sveglia da poco). Le sveglie da poco, per chi non lo sapesse, vanno messe un ora avanti, subito dopo aver sputato in bocca a qualcuno un ti amo liquido e sporco come un fine settimana in un letto non tuo, e forse nemmeno non suo. Tutto questo, miei cari, solo per dirmi che la voce supplichevole che sabato notte biascicava “scopami, scopami..” all'alba di domenica, era già un ben più patetico e grassoccio “scopala, scopala”. Io, non consiglio di elemosinare mai, anche quando la vostra espressione sarà proprio quella, voi, spacciatela per un broncio d'attesa. La doppia opzione essere soli – sentirsi soli, vi verrà offerta gratis e senza istruzioni. Pena per cotanta ingordigia (tipica delle offertissime prendi due paghi tre) è non saper distinguere una voce lontana da una presenza, o un passo da fuga, dalla gola per un incontro, oppure lo scolo. (quindi) Per quanto possiate sbattere su due fianchi con una gonna alzata come forsennati, la distanza resterà incolmabile, la consapevolezza del vostro respiro solo, in questa stanza vuota.
La cosa dei tartufi neri non c'entra un cazzo con il post, lo so, ma la trovavo irresistibile con il il titolo, per non parlare del fatto che scrivo quello che mi pare. Buon appetito.