[empire state building '33]
Ora dovrei spiegare cosa vuol dire essere un gorilla. Cento chili di stupidità dentro una giacca abbottonata stretta, e soprattutto, piedi prensili. E anche, uno sguardo così umano da sembrare vero, proprio così. E come fai tu, a non specchiarti in qualcosa che ti somiglia così tanto, in cui ti riconosci appena oltre le sbarre? E allora non ti incazzare e sorridi, se ogni tanto meno qualcuno e raddrizzo torti come i tubi di piombo in questo circo a tre piazze, perché io proprio non resisto sai, è più forte di me. Che poi tu riesci a calmarmi il cuore con la mano, o passandomi sotto al naso il frutto dove la gente scivola e tutti ridono virati seppia. E poco importa se alla fine sarò li, sui titoli di coda a battermi i pugni sul petto oltre il centesimo piano. Ruggire ai biplani nel vento è niente, bambina mia, e la bellezza poi, figurarsi. Ma io, soffro di vertigini, ecco.