[foto 34 / domenica]
Le cose che mi dicevi, amore, non le ricordo più. Però mentre le dicevi sorridevi. Allora mi racconto che dovevano essere cose belle. Ti ricordo sempre con lo stesso vestito e anche per questo [la memoria] è un vizio che mi permetto sempre meno, trasforma la gente reale in personaggi. Certi giorni non c'è il sole, eppure La fatica delle sfumature cede il passo alle luci nette. La musica delle tue parole, ai suoni indistinti. A volte non ti riconosco, allora ti saluto per cortesia, per non vedere quello sguardo, la delusione dolorosa di chi capisce che per l'altro non sei nemmeno un ricordo. Rispondo di si o di no, seguendo la curva delle tue labbra o la scia da ghepardo delle tue lacrime sulle guance, la buona sorte fa il resto. Col tempo Impari ad interpretare gli aneddoti, a simulare i ricordi,ad accompagnare il passato all'uscita. Vorrei solo che sapessi che non è colpa mia, che succede non appena mi volto. E però quando vieni, so che è domenica, almeno.