[mi ricordi molto Carver, ma con meno capelli]
[Joe McIntyre]
C'è Raymond Carver al tavolo a fianco. Ha posato il cappello sul tavolo e ha ordinato torta di mele e un caffè. Non mi guarda, l'orologio sulla parete segna le nove, ma io sto per svegliarmi e so che sono le sei. Poi nei racconti brevi il tempo vola. Martha si avvicina e mi chiede cosa prendo. "il solito" rispondo, e dalla brevità della conversazione, sospetto di trovarmi nel bel mezzo di un sogno minimalista, comunque, mi porta una una tazza di Tè e una pacca sulla spalla. In sottofondo c'è roba di Glenn Miller, ma come se fosse sott'acqua. Fuori vedo lo strillone, il camion del latte che scarica delle cassette, l'emporio Prendergast con un'offerta imperdibile sulle sparachiodi, un tizio che fa propaganda per Carter al congresso, e un bue muschiato in mezzo all'incrocio. E' un sogno del cazzo, sicuro. Prendo coraggio e mi dico che alle brutte mi sveglio storto, mi avvicino a Carver e gli spiego che sono uno scrittore mancato perché ogni volta che mi siedo alla mia Remington Standard 8, mi accorgo che è già stato scritto tutto, che è tutto un rimestare, rileggere, campionare, rimasticare. E lui mi fa " e allora?" "e allora che cazzo scrivo io? Carver beve un sorso di caffè, e mentre sento distintamente la sveglia che suona nella metà della mia vita già in piedi e il tintinnio del suo cucchiaino mentre prende un pezzo di torta, mi dice "Potresti scrivere di questo" "di cosa?" "che ho già scritto tutto io".
12 Comments:
In breve: molto riuscito!
Ora bisogna fare un altro sogno in cui siamo a Vienna e c'è Freud, o forse somiglia solo a Freud e un divano con un drappo rosso sopra, un po' orientaleggiante, e tu ti sdrai sul divano ed un orologio alla parete segna le 5 del pomeriggio, ma tu sai che sono le quattro del mattino e inizi a raccontare di un sogno in cui eri ad un caffè e Carver ordinava torta di mele e caffè e tu gli domandavi di cosa avresti potuto scrivere e nel sogno, in cui racconti del sogno, tu domandi a Freud che cosa significhi quel sogno
a questo punto freud si sveglia e pensa "col cazzo che mi metto a scrivere un libro sull'interpretazione dei sogni ..."
comunque c'è anche un po' di norman rockwell tra lo strillone e il camion del latte ...
ma che bel sogno, penna sensibile, garbata, raffinata, [fantastica]la tua, mi piace molto questo pezzo, l'atmosfera che vi si respira, suscita delle belle immagini, [soprattutto la macchina da scrivere], e poi Glen Miller [il jazz], il camion del latte che mi fa venire in mente le veterane [sniff] bottiglie di vetro, lo strillone, è uno spaccato di vita che sa di buono
...e se tutto e' stato scritto, perche' non ricominciare da capo e riscriverlo?
aitan: in clamoroso ritardo... Grazie!
amanda: dificilissimo.... :)
elena: si, forse ce n'è anche troppo.... vezzi da vecchio illustratore... :)
albafucens: ho avuto una vecchia olivetti sai, e allora...
anonimo: credo che succeda da secoli, più o meno, da quando esiste l'arte o qualsiasi cosa gli somigli.
:) ci ho scritto i mie primi appunti su un olivetti, macchina, fantastica...
...nell'arte come nella vita.
Da quando c'e' vita e arte. O anche solo una o l'altra.
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