mercoledì, gennaio 26, 2005

Il Mistero Del Papero Giallo (parte seconda)

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A cena vennero serviti zuppa di porri, vitello al vin brulé, mousse di opossum. Allo scoccare della Mezzanotte Lord Shepard si alzò e propose un brindisi “Brindo a voi tutti, al dollaro forte ed alla mia prostata che riposa da un pezzo in qualche laboratorio, ed ora la specialità del nostro cuoco...” Il maggiordomo Berkowitz entrò con un vassoio d’argento coperto da un coperchio, che alzò delicatamente, in quel momento la pendola del salone rintoccava la mezzanotte, e la vista di una testa umana nel vassoio fece gridare donna Winter di terrore e poi svenne...
La testa, visibilmente seccata comunicò ai presenti, che fino ad allora nessuno si era mai seccato per le sue prestazioni, figuriamoci svenire... “Sono la più famosa testa da vassoio d’america! ho lavorato nelle migliori cene con delitto, ma nessuno mi aveva mai trattato così...e comunque se non fosse stato per una scarsa mimica avrei senz’altro lavorato nel cinema, ed ora cortesemente qualcuno può imboccarmi che è mezzanotte ed io non ho ancora toccato nemmeno un salatino?..” mentre si ingozzava, comunicò comunque che una leggenda voleva la villa maledetta ed infestata dal fantasma di Sir. Teofilo Shepard, il vecchio padre di Lord Shepard, morto in circostanze misteriose mentre tentava di accendersi la pipa. La testa dopo aver assaggiato del sotè di cozze comunicò agli ospiti che entro l’alba tutti i presenti sarebbero morti in modo orribile, accoltellati, avvelenati e nei casi peggiori per dissenteria. Gli ospiti in preda al panico furono calmati da Lord Shepard, “signori, calmatevi vi prego, non vorrete dar credito a certe legende!” poi con grande calma, minacciò i presenti con una pistola. Gli ospiti, furono accompagnati nelle rispettive stanze, Quella di Barlow, al piano superiore, era dotata di un letto a baldacchino un pitale in ceramica e una bambola gonfiabile accuratamente piegata sotto il cuscino, il cartellino del prezzo recitava - Made in Taiwan - 16 $ - se avete i polmoni per gonfiarla evrete anche il fegato per andarci - un ritratto di Teofilo Shepard dominava severo il letto, lo ritraeva durante una battuta di caccia alle marmotte, in basso, una scritta in latino suonava più o meno così “solo chi osa, può avere un cappello con la coda.” Barlow si coricò, lesse due versetti della bibbia trovata nel comodino e poi, cominciò a gonfiare la bambola...
Barlow accese un sigaro e chiese “Ti è piaciuto piccola?” lei lo guardò fisso negli occhi e poi sibilò “ un po’ sveltino tesoro, potevi almeno finire di gonfiarmi.”. Un lampo squarciò la notte e improvvisamente fu buio, Barlow mise mano alla sua colt 45 magnum caricata a salve, (per una precisa scelta editoriale o censura chiamatela come volete...) un grido di donna giunse dal corridoio, benché la protesi al ginocchio cigolasse ancora, Barlow con passo felino uscì nel corridoio, il maggiordomo Berkowitz con una candela in mano stava impietrito davanti alla camera di Lord Shepard, con la mano tremante indicava l’interno della stanza “Mio dio, è disgustoso, guardi che carta da parati!.”.
Il corpo esanime di Lord Shepard giaceva scomposto in un lago di sangue in mezzo alla stanza. Aveva in una mano un involtino primavera, nell’altra una boccetta di digitale e piantato in mezzo alla schiena un bel coltello da cucina Superblade inox. “Chi ha gridato? “ chiese Barlow “io” rispose Berkowitz “ma era un grido di donna..” “lo so, era per rendere tutto più avvincente”. Barlow esaminò attentamente la stanza mentre gli ospiti osservavano attoniti dalla porta. un diario aperto sull’ultima pagina recitava – Dio come lo amo, sono sempre più solo ed ho freddo, che sia davvero la fine? se almeno non avessi finito i marshmallows - Barlow raccolse dal tappeto una ciocca di capelli biondi, un dado da gioco e un baffo finto, poi, guardò intensamente Berkowitz negli occhi e disse “Lei è un bell’uomo sà?... ma ora ho le prove e il movente...so chi è l’assassino...”
To be continued....

venerdì, gennaio 21, 2005

Il mistero del papero giallo



Barlow fumava il sigaro. Non perché gli piacesse, ma piuttosto perché era il personaggio di un libro giallo, e lui non decideva un beneamato niente, anzi, se è per questo ha pure un enfisema, ma questo lo scoprirà nel prossimo libro. Ma, il tutto serve a dimostrare due cose, una è che nella vita è tutto già scritto o almeno nei romanzi (il che prova la mia teoria secondo cui Dio esiste, ma avendo già scritto tutto passa le giornate a vedere se indoviniamo come vanno a finire le cose) e la seconda è che l’assassino è il maggiordomo. Qualcuno bussò alla porta, Barlow nascosto dietro una nuvola di fumo disse ”avanti” Elias Berkowitz entrò timido, tenendo il cappello tra le mani “lei deve aiutarmi”, disse il poveretto aggiustandosi un riporto imbarazzante. “Sono il maggiordomo di Villa Shepard, e non sono un assassino, ma non c’è cena a casa di Lord Shepard dove il sottoscritto non venga accusato di omicidio, o di mettere la polvere sotto il tappeto, e se non fosse che guadagno 25 sterline al giorno li avrei già eliminati tutti. Ho lavorato nei più importanti gialli del mondo, e alla fine è sempre colpa mia, sono stanco...questo è un invito per il prossimo ricevimento di venerdì, confido nelle sue capacità di investigatore e nello stato di ebbrezza di chi sta scrivendo questo scempio.”
“Accetto” disse Barlow aggiustandosi il bavero del trench. “ Mr. Berkowitz, lei sembra un brav’uomo, ma le consiglio di pulire quelle macchie di sangue dalla giacca se non vuole dare nell’occhio e far indovinare il finale a pag. 5”. Villa Shepard dominava la città da una collina tetra e cupa, Barlow travestito da Sir Greenswald (il travestimento consisteva in un naso di pongo ed un monocolo senza lente) si avvicinava cauto a bordo della sua Chaser Speedo del 56’ (la chaser speedo del 56 non esiste, ma suona così bene, per contro quella del 57 picchia in testa e consuma come un autoclave....) un corvo gracchiò dall’alto di un filo del telegrafo poi disse “minaccia pioggia e non ho nemmeno un impermeabile” e volò verso nord in un film di Hitchcock. Lo stemma sulla porta di Villa Shepard era una civetta, Barlow diede due colpi decisi al batacchio, dopo alcuni istanti venne ad aprire Elias Berkowitz in divisa, "la cena sta per essere servita", gli disse facendogli strada fino all'ampio salone. Lord Shepard vedendolo entrare gli andò incontro salutandolo calorosamente “Sir Greenswald ! che piacere rivederla, come mai in trench? vuole giocare ancora al Cluedo?” Barlow abbozzò un sorriso ed il naso di pongo cadde in una zuppiera. La cena fu servita alle 22,00 in punto, Barlow si intrattenne con gli ospiti parlando del mercato delle spezie, della nuova transiberiana, e del perchè l’anca congenita fosse così diffusa tra i polli. Gli invitati erano, Madame Venus, chiromante e medium, vedova di un banchiere potentissimo e dedito a loschi traffici tra cui il contrabbando di accendini a forma di Water. Sir Bloomsdow un cardiochirurgo in pensione premio nobel per la medicina grazie alla creazione del primo pacemaker a manovella. Donna Winter, ex ballerina del Moulin Rouge, famosa per un numero di streap tease in cui si esibiva con un con un nano a molla. Terence Faster, attore hollywoodiano dai baffetti alla Gable, ma alto come un comò che per recitare con Veronica Lake in “Tormento Muto” venne piazzato su 9 elenchi del telefono, playboy incallito e dedito al gioco d’azzardo, pare, ridotto sul lastrico per le scommesse al tavolo verde e alle corse delle lumache. Ed infine Lord Shepard, che aveva comprato il titolo ad una svendita da Harrod’s, ed aveva fatto la sua fortuna con il commercio del thé indiano e con la tratta delle bambole gonfiabili, Gay non dichiarato che una vecchia diceria vedeva sorpreso nei bagni del teatro dell’opera di Londra durante l’intervallo dell’Idomeneo mentre tentava di accoppiarsi con il Baritono Rodolfo Sollazzo.

Fine Primo Tempo

mercoledì, gennaio 19, 2005

Sopravvivere

per sopravvivere si fanno molte cose,
ho scoperto che scrivere è una di queste.

Gossip & Odontoiatria

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“Ho quasi fatto” lo dice calmo, quasi come se nulla fosse, lo dice agitando in aria il mio molare come se stesse dirigendo un quartetto d’archi e mentre mi sciacquo la bocca mi domando, ma perchè tutti i dentisti hanno la faccia di Mengele, i modi di Mengele gli hobby di Mengele, la voce di Mengele (anche se vengono Da Varazze hanno sempre quella deliziosa inflessione bavarese...) ed hanno sempre finito l’anestetico come Mengele?
Non sopporto i dentisti, e non per le ragioni a cui tutti noi potremmo pensare, li odio perchè hanno inventato le sale d’attesa. nelle sale d’attesa dei dentisti puoi fare alcune cose:
1- immergertii nell’ essenza di chiodi di garofano che ti assale entrando, fino allo stordimento (e al doping) e nel trip provare a dimenticare che tua moglie ti tradisce con un agente assicurativo...
2- guardare quei terrificanti quadri appesi alle pareti, di solito nature morte, dove una quaglia adagiata in mezzo a frutti mummificati occhieggia avvilita come a dire” E tu fai quella faccia per una carie..?” ma i più sadici espongono tavole anatomiche, e poi osservano il terrore nei nostri occhi dal monitor del circuito chiuso...
3- spingere il pulsante di quei terribili posacenere anni 70 (ma perchè sono ancora li?....) e farsi sparare tutto il contenuto in faccia con un rinculo da mortaio...
4- trovare casualmente con i polpastrelli una gomma da masticare attacata sotto il tavolino delle riviste...
5- oppure, ed è la cosa da evitare, leggere le riviste. Dalle riviste appoggiate su quei tavolini bassi apprendi diverse cosucce. Che sei un trentacinquenni frustrato e mammone, che il tuo rapporto Massa peso è roba da simposio di anatomia comparata (da finire sotto spirito in un barattolo di vetro, tra il feto di un dodo, e lo scheletro del ramarro a tre teste...) che i tuoi addominali sono una slavina di carne che stà tracimando verso il pube, che i tuoi genitali non rientrano nella media mondiale per ben 5 mm. (che aggiunti ai restanti sette cm. fanno poco più di un pastello a cera...) e faccio presente che dalla media mondiale sono esclusi il Ghana il Congo e quasi tutti i paesi al di sotto dell’equatore... che non conosci nessuna delle 70 posizioni per farla felice, ed è per questo che lei ti guarda ogni sera come se fossi uno che fa il porta a porta, dal test di compatibilità con la partner inoltre, risulti avere maggiori possibilità di riuscita con un Cerambice.... che hai la sindrome di Peter Pan il ginocchio valgo e che sei inadeguato per qualsiasi evento mondano a meno che non si tratti di una riunione di condominio. e tutto questo alla modica cifra di un molare in meno e di un mare di dubbi in più. “150 euro grazie, faccio la fattura...?”

martedì, gennaio 11, 2005

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Dolly in settima casa

Era decisamente nervosa, aveva marte in settima casa (ma quanto paga di ICI...?) il che mi pareva poca cosa, ma per lei era davvero un problema, d’altro canto cosa dovevo aspettarmi ora da una che al primo appuntamento mi aveva portato in un planetario? Aveva detto di amarmi ancora prima di conoscermi, poiché dal mio segno zodiacale era in grado di avere un quadro perfetto della mia personalità. Io le pagavo conti salatissimi e lei mi calcolava l’ascendente, io cercavo di farla uscire con i miei amici e lei li demoliva citando Branko, come fossero sacre scritture. Passavamo meravigliose serate leggendo Astra e ammirando il criceto correre nella ruota. “Andrà lontano diceva, perché lo dice il suo oroscopo...”
Ma che bello non dovere fare la fatica di conoscersi, era già tutto li, nel meraviglioso libro dello zodiaco 2004 del mago Amothep. Dovetti solo leggere pagina 21, 22, 24 per sapere tutto di lei. Generosa Altruista, cleptomane, con inclinazioni alla depressione, ma con grandi slanci di affetto, come quella volta che nel sottopasso di Castel S. Angelo Mi disse “abbassi la radio per favore..?” E lei sapeva già tutto di me, trentacinquenne frustrato, con disturbi della parola (non riuscivo a dire “cortesemente” se non in posizione supina, e benché cortesemente fosse un vocabolo davvero poco usuale per me, fu davvero imbarazzante per lei vedermi sdraiato a terra in mezzo agli Champs Elysees mentre chiedevo “cortesemente” informazioni a Parigi..) e senza un soldo. Ma lei diceva sempre “Farai grandi cose, lo dice il tuo oroscopo..” aveva ragione, oggi estraggo le palline in un Bingo. Insomma, era tutto meraviglioso, potevo sapere tutto in anticipo, senza stress, nè ansie da prestazione, tutto era già scritto, tutto tranne l’arrivo inaspettato e sgradito di Rosario Corto , un nano di Formia che un pomeriggio d’estate saltò fuori dall’armadio con in testa un paio di boxer con su scritto “da sdraiati siamo tutti uguali”. capii allora che avrei dovuto leggere anche il suo di oroscopo e prevenirne le mosse, ma lottare contro il fato, la sorpresa gli imprevisti, ci toglie il gusto della sorpresa il brivido dell’ignoto.
E poi al giorno d’oggi, con gli enormi progressi che la scienza quotidianamente ci regala, ha ancora senso credere agli oroscopi? In un mondo dove siamo riusciti a generare due pecore identiche, (il che creerà enormi vantaggi, in un futuro prossimo due gemelli potranno, l’uno avere acidità di stomaco a Vigevano e l’altro fare un ruttino a Molfetta, e tutto questo nello stesso momento!!) ha valore mandarsi a puttane una serata perché la luna è in cancro? o litigare con la propria compagna perché è Cuspide? Leggere le carte? La mano? e se accettassimo il destino così com’è e diventassimo padroni delle nostre azioni? Certo sulla mia lapide poco sotto la data potrete leggere “Se mi aveste avvisato prima, avrei fatto qualcosa per quel melanoma...” ma questo è un altro discorso.

lunedì, gennaio 10, 2005

Nell'Occhio di Escher

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Palazzo Caffarelli22 ottobre - 23 gennaio 2005

Vorrei consigliare a tutti questa mostra,c’è in Escher un mondo e un modo di guardare le cose che mi affascina da sempre, distorcere e deformare, non come atto virtuoso e fine a se stesso, come spesso nell’arte accade
ma piuttosto come meccanismo per “rompere il giocattolo” e mostrare la realtà sotto una visuale nuova un punto di vista impensato e impensabile.
Tutto questo grazie ad illusioni ottiche, prospettive impossibili, magie della mano e del pensiero... “affabulazioni grafiche” che ancora oggi mi lasciano a bocca aperta, e che tanti anni fa, da bambino mi fecero decidere di fare questo lavoro. Non è forse questa la fantasia? guardare il mondo da un altro punto di vista mostrarne il lato nascosto, comico, drammatico oppure grottesco. Ho scoperto che è un processo utile anche nella vita, ci permette ad esempio di avere maggiore serenità di giudizio,
Perché essere “altrove” ,dall’altra parte della sponda magari, ci aiuterà a capire meglio le cose e gli altri, e forse, con un piccolo sforzo anche noi stessi.
l’uomo che guarda nella sfera vede se stesso, si guarda, e come ben sappiamo il nostro punto di vista è l’unico che non possiamo vedere, non possiamo guardare noi stessi.
Escher ce ne da l’occasione.

venerdì, gennaio 07, 2005

Luoghi comuni mitteleuropei e massimi sistemi

Ieri sera durante una piacevolissima conversazione sui massimi sistemi, la scissione dell’atomo e i motivi per cui piove sempre il fine settimana Bruno F. detto il simpatico, dovreste conoscerlo, è quel tipo di persona che anima le serate di chiunque con battute da casa di cura, improvvisamente ed inaspettatamente (?) tanto per non volare basso, proferisce cotanto verbo :” Parigi è tutta un’altra cosa, lì si che sono mitteleuropei (ma che cazzo significa...?), se tu la notte vuoi uscire a comprare un paio di mutande esci e trovi tutto aperto….Roma è molto più provinciale” Io vorrei girare per Parigi la notte e vedere tutti questi negozi pieni di mutande, ma non per i francesi, per gli Italiani, È pieno di Italiani che vanno a Parigi apposta per vedere se la notte sono aperti i negozi che vendono le mutande. Ma la verità è che tu hai il sacrosanto dovere di avere le mutande nella valigia, e se non ce l’hai devi andartele a comprare in un orario cristiano, non è giusto che il povero Parigino per dimostrare ai cugini italiani che Parigi non è provinciale fa l’alba aspettando un povero cristo che cerca mutande alle 4 del mattino. Li puoi trovare addormentati che sbavano sul bancone in attesa di un uomo che non arriverà mai...forse è per questo che i francesi odiano gli italiani?

mercoledì, gennaio 05, 2005


Dovete essere voi il vostro illustratore preferito,
anche contro i mulini a vento....

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martedì, gennaio 04, 2005

Un mondo senza senza numeri

parte prima:

Un contadino va al mercato a comprare le mele, ne compra 13 e ne rivende 7, ne mangia una e poi la sputa, mentre torna a casa il sacco si rompe e tre mele cadono dal carro, quante mele ha il contadino nel sacco?......

E’ quello che vorrei, da sempre, un mondo dove nessuno se ne va in giro a contare un bel niente, dove filosofi dai nomi assurdi passano intere giornate, mesi, anni, a sommare i quadrati costruiti sui cateti, così, mentre passeggiano con la moglie con aria assente e mentre lei gli chiede se a cena vuole una zuppa di cicuta o il paté di porri lui sogna di coniare nomi impronunciabili come circonferenza o coseno per raggiungere poi la catarsi con IPOTENUSA....ma perché, per quale motivo! perché non andare con tua moglie alla tragedia greca il sabato sera, oppure che so costruire con gli stecchini un modello in scala 1:20 del Partenone, o meglio ancora allo stadio a vedere il lancio del disco... senza contare che le tue pensate rovineranno la vita a generazioni di studenti... Ecco ora io penso che l’amore per i numeri nasca dalla noia, uno come Pitagora deve aver passato metà della sua infanzia con una riga in mano disegnando triangoli nell’aria, mentre i suoi amichetti si sfasciavano di botte giocando ad Ettore e Achille, questo sostanzialmente indica che uno non ha molto da fare, con una giornata piena,Il lavoro, le cariatidi del tuo atrio che si sgretolano, il mutuo da pagare e quello strano cavallo di legno apparso nella piazza della tua città...l’ultimo pensiero al mondo dovrebbe essere il triangolo equilatero....
Vorrei un mondo senza addizioni ne moltiplicazioni, vorrei un mondo dove 7x8 fa 56 in Italia e 55 in Spagna perché c’è un ora di fuso orario di differenza.. le equazioni nel mio mondo ideale danno sempre, dico sempre come risultato Zero, perché nel mio mondo i conti tornano sempre, per il semplice motivo che io non so contare.
è una nuova malattia, si chiama Dislessia Numerica, colpisce milioni di persone nel mondo, e gli impedisce anche le cose più elementari. una vita normale.
non posso Controllare il resto dal fornaio ad esempio, devo fidarmi, ed anche per i calcoli più elementari devo contare con le dita, e la cosa peggiore è che non posso montare nessuno degli scaffali di Ikea, leggere quelle istruzioni è come decifrare la stele di rosetta...

P.S : qualcuno dica al contadino di riparare quel ca.... di sacco con una toppa, milioni di bambini ne pagano le conseguenze ogni anno......

sabato, gennaio 01, 2005


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