martedì, marzo 27, 2012

aprile 77 [trittico]

Robert Doisneau























Gioco di gambe
“Quelli che ami, o dovresti amare sono come le piante. se non ci stai attento, finisce che ti ritrovi un vaso vuoto e qualche foglia sul davanzale”. Me lo diceva sempre mio padre, poco prima di cominciare a picchiare mia madre. Per lui, che era stato peso medio alla fine dei settanta, menare era prendersi cura, starci attento, e comunque è bene tenersi in allenamento. Mia madre incassava da Dio, e aveva un gioco di gambe superbo. Per lei, che era stata campionessa di punto croce nel settantatrè, perdere i molari e la dignità era farsi amare. A me le piante non muoiono mai, invece. Dio benedica la plastica.


Offside
"Io questa cosa del fuorigioco non la capisco mica.." si, ha detto proprio così, mentre stavo guardando novantesimo minuto. Paolo Valenti si ferma e mi fa: "Hai sentito cosa ha detto ciccio? Questa insieme a - Ho 35 anni facciamo un bambino - è una cosa che una donna prima o poi ti dirà, non c'è scampo. Sono cazzi tuoi, adesso. L'atalanta pareggia sul campo del Torino con una gara accorta...." Sei li che mi fissi, e io non so che dirti. O meglio lo saprei benissimo, so che dovrei dirti che se non capisci il fuorigioco non possiamo stare insieme, che è una questione di condivisioni, di sentire comune, piccole percezioni. Hai masi sentito parlare di intesa, bambola? E poi penso anche, mentre ti metti una ciocca di rame dietro lorecchio, che sei bella da farmi piegare le ginocchia, e che io, Andrea Veroli classe ‘69, occhi verdi, capricorno, altri sei - sette mesi senza scopare non li passo neanche se mi dici che sei a favore della sperimentazione sui Barbapapà, e che comunque il gol dell’Atalanta era buono, tra l’altro. Allora ti bacio contento come un ubriaco, e ti sussurro “ Il fuorigioco, amore, è non essere all’altezza delle proprie azioni”.


Contenzione

Sono terrorizzato dagli insetti e dai numeri, perché non mi somigliano, credo. La soglia del dolore, è come il fischio del treno. Ed è un treno senza ritorno sapete. Camminare sul bordo, costeggiare il limite come una risacca, è una corsa senza salvezza, fatta di suoni acuti e che a voltarsi indietro, non lascia impronte a ritroso. Perché il trauma non ha storia apparente. La Pazzia, in fondo, è un dolore di cui hai dimenticato l'origine,e il male senza ragione, la ragione la toglie. Sono terrorizzato dagli insetti e dai numeri, ma la cosa che più mi spaventa sono i pazzi che gridano e cantano contro i lampioni per la strada, perché intimamente so di essere come loro.

giovedì, marzo 08, 2012

stracchino


Dice Tsutsumi

Gianni Manzarek, è il miglior xilofonista di via Prenestina, lo dice anche il portiere del suo palazzo, che di musica ci capisce. Solo che per campare fa le consegne per la ditta "Lo Stracchino di Nonna Berta". Ma lui è uno consapevole , quindi se ne sbatte ed è felice così. Io no, io sto di merda. Sarà perché non ci ho il portiere, o forse perché lo stracchino mi da il vomito, boh.

Comunque sto di merda anche per altri motivi. Io da grande volevo fare l'attore, che non ho mai capito se ci va la A maiuscola o no. Ma sapete come sono queste cose, e allora invece di recitare passo le giornate a dire agli altri che va tutto bene, che poi è la stessa cosa. Comunque è questo, io da ragazzo pensavo a questo futuro qua, e poi una mattina mi alzo e m accorgo ch non c'ho un passato. Allora capisco [per quel poco che capisco] che sto inchiodato al presente, e il presente all'eta mia è già troppo tardi. Ogni tanto esco e sto fuori tutto il giorno, vado al parco per lo più, poi quando rientro, Paola ogni sera mi fa "Com'è andata al lavoro?" e io rspondo" tutto bene" tanto lei mentre lo dice non si volta mai, che La "Zuppa della Fattoria Verde" va girata bene, e se ti distrai un attimo esce fuori una fanga. E allora non mi guarda in faccia e così non si accorge.

Con il Gianni Manzarek abbiamo messo su un gruppo, ora stiamo litigando per il nome ma ci chiameremo "i Trilobiti". Roba forte, io volevo suonare le tastiere, ma ci ho le mani piccole e non copro manco un'ottava, allora Gianni mi dice "suona il basso" e così sia. "E al bassooo... Jhon Potomack!!!" Così mi presenta il Gianni ai concerti. Ora facciamo una turnè nei dopolavoro delle ferrovie, ci pagano con i buoni pasto, e al mercoledì pomeriggio ci faccio la spesa, che insieme alla verdura che ci tirano a fine concerto,ci campo la settimana.

Oggi torno a casa dopo settantaquattro giri dell'isolato, e nell'androne del palazzo trovo uno con la faccia di chi la sa lunga, questo mi saluta e fa "Buongiorno, Sono il nuovo portiere" indicandomi la guardiola con la luce accesa e il calendario di Padre Pio. Ho un sussulto capite, ho un portiere, ho un portiere anche io, come Gianni Manzarek. Mi asciugo la mano sui pantaloni e gliela stringo forte, come mi ha insegnato mia madre "Piacere, John Potomack, e suono il basso..." "Oh, molto interessante, Bertacchi Adelmo molto piacere, peccato che io di musica non capisca un cazzo, questa è la posta, comunque" tre bollette, credo.

Mia moglie non è ai fornelli oggi, è seduta al tavolo di formica gialla della cucina e gioca con delle presine a forma di coccinella. "Com'è andata al lavoro ?" mi fissa dritta negli ochi "...Che c'è per cena?.." "Stracchino, c'era l'offerta."