giovedì, febbraio 12, 2015

[dea]

















Resta.
Te lo avrei detto come so, nell'effetto del grand guignol, con l'inganno degli accordi minori. Davanti al tuo vestito leggero, con la scusa buona, convincendoti che nessun amante perdona un amore fragile, e che nessuna creatura al mondo dovrebbe assistere non pagando, alla svendita del rispetto e mai nei saldi del venerdì pomeriggio. Oppure ancora che domani è solo oggi, che s'è fatto coraggio. Credimi piccola, t'avrei detto come i doppiatori, credimi che nessuno ti amerà mai come t'ho odiata io, nella giacca stretta del rimpianto o come in quell'estate senza sete, dove il dolore m'aspettava con il guinzaglio in bocca e grattava alla porta la notte, e lo portavo fuori all'alba come i cani a pisciare. Quello che è fatto è arreso, lo sai, e che tristi i comici appena volti le spalle, ché t'hanno fottuto la vita. "Sei roba mia" t'avrei detto, e tu avresti battuto le mani da telegrafista per l'esseoesse, in mare aperto o dalla terza fila, e stanca di noi. Che con il biglietto o senza, il mio vuoto, riempie la tua bocca. 
Resta.