giovedì, giugno 26, 2008

giallo cuoio (un noir cucito a mano)


Brembani Adelmo classe 66 (terzo da sinistra in alto)

prologo "non era rigore"
Zucchero? hai visto la partita ieri?” “due grazie, si” bevo un sorso “mi picchia, mi obbliga a fare cose disgustose, tu non sai...” sei li che parli con il Gregori, cercando di stabilire una volta per tutte, se il rigore di domenica fosse buono. “è cominciato fuori area, cristo...” E me la immagino, Eleonora, a quattro zampe, rigata di sangue, mentre il Nando si agita sopra di lei con la cinta dei pantaloni in mano, mimando una galoppata da ippodromo vestito da fantino, gli occhi spiritati, dietro la macchina del caffè che fa la radiocronaca della quarta corsa inframmezzata da qualche "brutta troia" e "sei la mia puledra" tutto sudato. “Ma mi ascolti cazzo? comunque non era rigore, ci hanno inculato la partita...” Gregori non è credibile, per lui non è mai rigore.

parte prima "Il Nando"
Adesso si chiama Bar sport, ma prima era il bar del Nando. Il nando era un uomo di poche parole, però sapeva fare il cappuccino. Il bar era il ritrovo di quelli come me, gente che si alza alle dieci e che mentre si fa la barba pensa “oggi cambio vita” poi si sciacqua le palle nel lavandino, e se ne è già dimenticata. Le occupazioni principali erano, la lettura dei quotidiani sportivi, tutti, per una informazione pluralista e non condizionata da schieramenti o ideologie. E la seconda era parlare di donne, anzi no, di sesso. In realtà, ora come allora si scopava gran poco. Il resto della giornata lo passavo a guardare Eleonora dietro la cassa. Eleonora era la moglie del Nando.

parte seconda "Eleonora"
Quindi, riassumendo: Il Nando, amava la moglie, la moglie non lo amava più, e io amavo la moglie del Nando che da dietro la cassa amava me, o così pareva. Il Nando una volta al mese faceva il giro dei fornitori e per quella mezza giornata Eleonora era solo per me, dietro il bancone. Eleonora il cappuccino lo faceva da schifo, però mi scopava nel retrobottega, seduta sul lavandino col rubinetto aperto per non farsi sentire dai clienti mentre diceva “Ale, Ale, ale, ale, ale” singhiozzando finché non veniva, e allora restava fissa sulla e finale con gli occhi rovesciati all'indietro e le labbra morse. Tra i barattoli di conserva e le mozzarelle avariate , dirsi ti amo aveva tutto un altro sapore. Amarsi tra le cose che scadono ti fa sentire eterno. “Non lo amo, te lo giuro, non lo amo...” Me lo sussurrava all'orecchio, oppure al telefono della cabina all'angolo, e me lo scriveva persino sui tovagliolini di carta che metteva sotto le tazzine dei caffè che bevevo.


parte terza "il piano"
mi picchia, mi obbliga a fare cose disgustose, tu non sai..." pausa ad effetto "...mi fa schifo, se mi tocca ancora giuro che lo ammazzo, a meno che...” lo aveva detto così, tirandosi su la gonna, facendolo sembrare una cosa normale, tra i barattoli di sottaceti e la maionese gastronomica e con gli occhi rigorosamente lucidi. Ma un attimo dopo quell' "a meno che..." lei era una dark lady, Nando un morto che serve grappini, e io un testa di cazzo. “Vorrei comprare una pistola” pausa di riflessione “per andare a caccia” altra pausa. “ovviamente” rispose il tizio dell'emporio Morcelli. Avevo fatto 140 chilometri per dire sta stronzata, con i capelli tinti. Tanto per non dare nell'occhio passo la sera sotto casa del Nando guardando la finestra illuminata. Poi lei scosta le tendine e si mette una cicocca di capelli dietro l'orecchio. Io infilo la pistola nella tasca e faccio quello che devo fare. Lo stronzo.


epilogo "come fu che il calcio di rigore mi salvò la vita"
Zucchero? hai visto la partita ieri?” “due grazie, si” bevo un sorso “ti aspetto domani sera, lui guarderà la partita, lobotomizzato ” sei li che parli con il Gregori, cercando di stabilire una volta per tutte, se il rigore di domenica fosse buono. “non l'ha toccato con la mano ti dico, cristo...” "lascerò la porta aperta, poi dirò che è entrato in casa un tizio armato e incappucciato con accento straniero..." da dietro la poltrona vedo chiaramente l'azione, è rigore. Il Nando si alza di scatto e grida "non è rigore!! cazzo, stracazzo, non è rigoreeeeee...." grida come un ossesso e diventa cianotico, poi si volta e mi vede piantato li, nelle mattonelle del suo salotto con la pistola che mi balla nella mano, ha ancora la "...eeeee" incastrata nel gozzo. Sbava da un lato come un alano, gli scoppia l'aorta e crepa sulla sua poltrona gialla con il cellophane sopra, e la lingua blu nel vuoto. Veramente, lo volevo ammazzare io. E invece lo fa fuori Il terzino Brembani Adelmo, classe 66, 13 goal in serie A. Rigorista infallibile. L'ha messa nel sette, imparabile. “Ma mi ascolti cazzo? comunque non era rigore, ci hanno inculato la partita...” Gregori non è credibile, per lui non è mai rigore.

martedì, giugno 10, 2008

interno rosso


Bagheria, Villa Palagonia

le tavole gracchiano sabbia, sotto il cuoio dei piedi scalzi. Un piano più giù, si consuma il pasto dei cani, delle teste rovesciate. Presi alle caviglie, come la fame, come l'istinto dei padri, piegato nei reni senza ragione, se non quella di muovere e stringere i fianchi alle viole da gamba. Sento i latrati da qui, i raschi nel legno, inutili buche senza terra, l'acqua negli angoli delle stanze. Al prezzo di pochi pezzi da dieci e di un verso citato a dovere, mi permetti di annusarti appena sotto la coda, di guardare i parti del tempo sui tuoi fianchi, mentre sbucci uova sode con le unghie di cenere e cacci i denti nel latte. La ventola cigola, non ha freddato il letto degli altri, il disco salta sulla polvere, roba francese, dici tu. Io le lingue non le conosco, non parlo da quando ho capito che è meglio ascoltare. Ricomincio a spingere, ricomincio da sopra, dalle tue ciglia, dal ferro battuto della grata dell'aria, da una cicatrice vicino al labbro, dalle mosche sul vetro, dalla foto del pilota di guerra senza ritorno che hai voltato verso il broccato. Ricomincio dalle tavole di legno che hai inchiodato alle finestre, dalla luce di Bagheria, che passa tra i chiodi e le tarme, dal rosario che ti pende sul petto mentre mi svuoto aggrappato alla schiena. Le uova sul piatto d'argento sono natura morsa. Il disco francese incanta, io apro la bocca tu ti tappi le orecchie. Perché non si sappia in giro.

martedì, giugno 03, 2008

roulotte russa



aspetta cazzo, aspetta, aspetta.... quegli aggeggi sono sensibili, basta che li sfiori e fine. Non è che potresti allentarmi i lacci? no eh? vabbè, ma è tutto un equivoco, potrei spiegare, spiegarti, ti spiego? ma non parli te. Vabbè ci devono costruire su quel pezzo di terra, palazzine, roba per ricchi sai, piscine, non conosci eh? vabbè, per dire, è che li dovevamo solo spaventare a questi. E io e il Beppe stvamo a pranzo all'angolo, sai alla rosticceria dello zozzone, a mangiare gli arancini di riso, no eh? vabbè ti arriva questo qua, quello con il tatuaggio sulla mano, il Ragusano, roba grossa insomma, e mi dice che mi da 1000 euro se gli metto un po di paura a questi, e altri 500 se do fuoco ad una roulotte capisci? che cazzo dovevo fare? Allora io e il Beppe siamo andati al campo verso le nove, vestiti da vigli urbani, che io e il Beppe siamo professionisti, non come quei cagamerda che la settimana scorsa hanno sprangato il senegalese, che poi non è nemmeno crepato e adesso sono tutti al gabbio stì stronzi. Noi facciamo lavoretti puliti, non so se mi intendi. Vabbè, me lo dai un sorso d'acqua? ho la gola secca, no eh? insomma c'è questo tizio di, di, che cazzo, non mi ricordo di dove, non è che potresti asciugarmi il sudore, no eh? vabbè, di uno di quei posti del cazzo da cui vengono questi nomadi, e quando entriamo nella Roulotte questi stanno ancora mangiando capisci? lui la moglie e diciotto figli tutti la dentro, insomma cazzo lui mangia a bocca aperta e d io già non lo sopporto, e poi gli dico che c'è puzza, cristo, allora quello fa per reagire e io gli sparo su una gamba . La moglie si mette a strillare, e io allora prendo uno dei diciotto bambini e gli dico che se non stà zitta gli faccio saltare la testa al pargolo. Che a me non mi hanno mai fatto un cazzo di niente questi, sia chiaro, però ho sentito dire che si rubano anche i figli. Cazzo i figli, che io i figli non ce li ho, però se ce li avessi, no dico non so se mi intendi. Insomma, io tengo ferma quella zoccola, mentre il Beppe si cala le braghe, che a me mi fanno schifo quelle, mica per altro. Insommma, questa si rimette a strillare di nuovo e io dico che qui alla fine ci sentono e allora gli grido stà zitta troia di una zingara, ma quella niente, continua a strillare come un maiale scannato, e allora io mi incazzo capisci? mi incazzo e gli pianto una pallottola in mezzo alla fronte. E il Beppe resta li, con le braghe calate il cappello da vigile e l'uccello per aria e mi dice cazzo, potevi lasciarmi finire almeno, e quella mi fissa con un fiore sulla fronte, e per un momento mi pare pure bella. Ma posso pisciare adesso? no eh? vabbè insomma c'è di mezzo gente grossa, sai il sottosegretario coi baffi, quello finito in mezzo allo scandalo delle case popolari, ci devono costruire su quella zolla di terra, palazzine, roba per ricchi sai, ma che cazzo ne sai te. Insomma dico è andata così, lo sai com'è la benzina, ci ha preso un po la mano al Beppe. Non volevamo mica che prendesse fuoco tutto il campo, io li dovevo solo spaventare a questi. Cazzo aspetta, ma perchè non parli te? di qualcosa Cristo, mi ammazzate vero? non mi sparare sulla faccia però, che non voglio che mia madre mi veda in quello stato capisci? aspetta, aspetta, allora è proprio come nei film, cazzo aspetta ancora un secondo, che non ho finito, è come dice Beppe, cazzo, mi sa che mi sono pisciato addosso, e che dicevo? ah si, Beppe, lui ci va quasi tutti i giorni al cinema, e lui dice che nei film quando stai per crepare ti passa tutta la vita davanti agli oc....