martedì, dicembre 22, 2015

[piccole cronache senza vergogna / mercoledì]















Io non avevo nessun problema con il sesso, in realtà. O almeno così credevo, ecco. Io li ci andavo per scopare e basta. Mi sono detto, dov’è che puoi scopare facile, tranquillo, senza avere problemi coi sensi di colpa, l’amore e tutte quelle stronzate li? Mercoledì era il giorno. Finivo il turno al bar e ci arrivavo direttamente a piedi. A volte ero un po’ brillo, è che bere qualcosa prima mi aiutava a raccontare. Che poi, all'inizio, stare li a sentire i cazzi degli altri era strano. Una volta avevo frequentato un gruppo per alcolisti ma era diverso, capite. Qui ti toccava sentire cosa fa la gente quando si tira giù le braghe o cosa vorrebbe fare quando non può. Voi non avete idea di cosa si nasconde nella gente quando si infila dentro un letto. Oddio, anche fuori a dire il vero. La dipendenza da sesso è una cosa strana, la gente è una cosa strana, il sesso è una cosa strana. C'era una tipa che aveva una lavanderia, beh, questa se l'è giocata per correre nel retro a toccarsi ogni quarto d'ora, capite. La gente se ne stava fuori in fila ad aspettare le giacche, e quella li, nel retro, a frugarsi nelle mutande. Non so se mi spiego. E comunque mi sono scopato anche quella, e senza passare per la lavanderia. Li ho incontrato Sandra. Di mercoledì. Sandra aveva tre figli e un marito cieco dopo un incidente sul lavoro. Era bella Sandra, appena segnata intorno agli occhi e un po' forte di fianchi ma a me piaceva. Mi piacciono i culi grossi. I primi giorni non aveva detto niente, se ne stava seduta da una parte a sentire le storie degli altri come se la cosa non la riguardasse più di tanto. Qualche volta si alzava e se ne andava verso la macchinetta del caffè. Quando parlavo io se ne rimaneva seduta, invece. Ogni tanto ci trovavamo fuori a fumare, i primi giorni non c’è stato niente di più di qualche occhiata, poi un giorno mi mostra una sigaretta, e allora tiro fuori l’accendino dalla tasca e accendo. E lei dice “Grazie”. Solo grazie capite? È la prima volta che sento la sua voce, e mi ritrovo col fiato corto e le budella annodate, non so se mi spiego. Che io li ci andavo per scopare e basta. Lei invece no. Lei volevo sentirla parlare, ed era mercoledì.