lunedì, febbraio 04, 2013

[giochi di sguardi]
























Foto di Daniel Murthag

[uno]

Alla fine, l'unico modo per guardarti [in pace] è se tu non mi guardi. Che sostenere i tuoi occhi riflessi, mi ricorda [ogni volta] che non ho fatto niente per meritarti, e che anche per questo sei migliore di me. Così finisco per perdere, fissando in basso, i miei passi da ladro.


[due]
Guardarti [vista] con occhi di altri, riflessa in altri specchi, nel desiderio del vetro e in un vento che non ha il nostro respiro, è cosa per cui non ho mestiere né arte. E oggi comunque, vorrei solo sedere con te e tenerti la mano bevendo un caffè in mezzo al fruscio dei camerieri. Parlami, facendo finta che è aprile, se puoi. Di questo ho bisogno. Di te, del caffè [come dicevo] di cose normali.

[tre]
Certi inciampi sono passi di danza, certe esitazioni sono le esatte parole che vorresti sentirti dire, certi sguardi bassi sono così insostenibili da farti curvare le gambe e il tempo, una voce che trema è la musica che non hai ancora scritto, certi dubbi sono la luce accesa dalla stanza accanto, queste cose, rotonde e rosse, spiegano perché ti vedo, appesa alle ciglia, ogni volta che chiudo gli occhi.

[quattro]
È capitato già, non è colpa di nessuno me ne rendo conto. Ed è così spietato spacciarti i miei occhi scuri per amore. L'attenzione con ti rubo gli sguardi, è una scusa vigliacca con cui cerco in te qualcosa che mi convinca che non sei lei, e al tempo stesso è il disperato bisogno di trovarla [invece] anche nei tuoi vestiti, nelle tue tasche, in una espressione, nel tono della voce, nel tuo odore, così diverso. Peccato, un primo appuntamento meriterebbe qualcosa di più del volgare equivoco di uno scambio di persona. Il conto, prego. 


[cinque]
io non lo so come si fa a sopravvivere a certi sguardi, a non uscirne cambiati. A raccontarli così, senza spostarne gli accenti e il significato. l'intesa è un non detto, l'inerzia di un gesto trattenuto, l'accenno di una curva di labbra, un guizzo benedetto in uno sguardo estraneo. Ed un battito di ciglia dopo, non sei più solamente tuo.