[piccole cronache senza vergogna / relatività alla cassa sette]
Alberto del reparto salumi è la copia sputata di Einstein. Sarà la matita sull’orecchio o i mostruosi calcoli IVA compresa che fa alla velocità del suono, vai a sapere. Io ho in mano un biglietto con il numero 435B e devo comprare due etti di stracchino del casale triste e poi una cosa che da qui sembra prosciutto crudo ma che più probabilmente è silicone abilmente dipinto a mano da professionisti della contraffazione alimentare. L’emmenthal al polistirolo espanso e colori acrilici della scorsa settimana andrebbe esposto al moma. Comunque Il led del contatore ora segna 201B, praticamente una vita, e al bancone c’è una stronza con la lana di vetro al posto dei capelli che sta organizzando la cena del rotary, compra roba ininterrottamente da sei ore. La cosa ha procurato reazioni a catena scomposte: due suicidi al reparto surgelati, sequestri di persona, crisi di identità, senso di morte, iperventilazione, mutazioni genetiche, matrimoni, odio razziale. Allora ammazzo il tempo guardandomi intorno, che tradotto per i non alloctoni di questa pagina significa semplicemente guardare le femmine che si aggirano ancheggiando tra gli scaffali. Avvisto una suora carmelitana coi baffi, un transessuale coi baffi, e Gino del reparto pane & pizza che ci ha i baffi anche lui. In totale tre minuti e venti secondi. Quando mi volto di nuovo il led segna 436B. Guardo sbigottito la suora coi baffi che sta comprando due scamorze fatte con il pongo all’altro capo della curvatura spazio temporale che unisce i nostri biglietti. Alberto, che è la copia sputata di Einstein ammira le venti fette di culatello sulla bilancia e fa: “Sorella, è venuto un po’ di più, sono E = mc2, che faccio lascio?”