la sinistra è morta
e nemmeno io mi sento troppo bene
e nemmeno io mi sento troppo bene
non c'è più la sinistra. E la sinistra l'ha ammazzata la sinistra. Ora è latitante, starà cercando di scappare all'estero, magari in Spagna, io per conto mio mi faccio chiamare Chico già da un paio di anni, hai visto mai. Padre Walter ha compiuto il suo capolavoro, è riuscito in una botta sola a distruggere quel che resta della sinistra italiana, e a far vincere il nano pelato, bingo. Ora mi diranno "compagno, non hai capito..." che la sinistra ha votato lega, che non c'entrano ne il voto utile, ne lo spauracchio Silvio agitato per due mesi, perchè lo spauracchio Silvio è un baubau, viene portato a spasso per tutta la campagna elettorale come la Macchina di Santa Rosa, per poi essere riposto nell'armadio come i costumi di carnevale o gli addobbi natalizi. Mi diranno che non hanno avuto nessun peso la scalata Unipol o il mare di merda e diossina sotto cui abbiamo sommerso la Campania, e non solo, che non c'entra il conflitto d'interessi, che le passeggiate sotto braccio con la conferenza episcopale non possono nuocere, tantomeno baciare l'ampolla con il sangue di San Gennaro, così come le conversioni a pioggia sulla via di Damasco, che non siamo gli eredi di Berlinguer ma di Moro, per non parlare delle avventure di "Don Ciccio Soprano's Mastella" e della suo feudo di inquisiti (ieri sera splendido gigione anchor-man, che meraviglioso paese è questo...) o anche lo scempio che è stato fatto delle concertazioni tra le parti sociali e dei sindacati. Ma mi diranno "compagno, non hai capito..." e che correre da soli era necessario, nessuna preclusione al dialogo, sia chiaro, ma un paese non si manda avanti con il dibattito sulla laicità dello stato o le coppie di fatto, non sono argomenti centrali per la politica di un paese, che fuori dalla porta c'è la recessione, la congiuntura internazionale sfavorevole e che servono le finanziarie e l'indulto magari, chissà. Mi diranno anche che non era necessario ricordare al miliardario con i tacchi a spillo la riforma elettorale se non appena caduto il governo Prodi, sapendo consapevolmente, che lo sbarramento all'otto per cento avrebbe condannato a morte qualsiasi partito non incluso nello schieramento, ma va bene così. Mi diranno che erano sacrifici necessari, agnelli da immolare sull'altare del bipolarismo, che le grandi democrazie hanno solo due voci e nessun controcanto, e che il mio, seppur stonaticcio a dir loro, non sarebbe stato poi così indegno di gorgheggiare nelle retrovie, guadagnandosi qualche gallone sul campo, che so, magari con un voto utile. Mi diranno "compagno, non hai capito..." che gli ideali non sono centrali in questo mondo. Ci hanno ridotto ad un apolidismo politico, al silenzio. Anni di militanza, di mal di pancia, di condivisione massacrati in una deriva politica lunga un ventennio e che ha portato persone come me ad arrivare a questa tornata elettorale con il bavaglio in bocca e i legacci ai polsi davanti alla cabina elettorale, fuori dal socialismo europeo, e in un movimento politico che con molto coraggio chiameremo partito, infarcito di molte anime, troppe. Non la mia. Oggi La dolenzia testicolare che sento non è tanto dovuta alla vittoria del santo di Arcore, perchè diciamocelo, non ha vinto Berlusconi, ho perso io. La sinistra è morta, e non perché ha avuto paura del proprio passato, ma piuttosto perché se ne è vergognata, io no. Ci vediamo fra cinque anni, forse.
18 Comments:
non c'ho parole. ho scritto e cancellato, pensato e dimenticato. però non so' triste, no. E' più... è più... un enorme e sconfinato rodimento di culo!
(ormai baffone se ritocca le sopracciglia co' le pinzette)
Ce
ce: non so le sopracciglia, so li baffi, a forza de tirà, je so arivati 'n fronte.
ecco come mi sento.
non che si stia meglio a starci in due (tre, quattro, cinque...)però sono contenta che ci siano persone come te. come direbbe la ce, sono feliciona.
e in questo niente, vale tanto.
Già, non è stato il Nano a vincere, bensì la sinistra a perdere.
La sinistra è morta, dici. Il fatto è che si muore quando non si crede più in ciò che si è.
E questo mi dà da pensare sull'integrità umana di certi individui. Che il Nano fosse qual è, si sapeva.
Lo stupore nasce altrove.
Tu dici che non c’è più la sinistra, io direi che non c’è una sua rappresentanza parlamentare in questa legislatura. Io vorrei augurarmi che non ci sia più questa classe dirigente della sinistra italiana. Io credo che gli attuali vertici dei diversi partiti di sinistra siano assolutamente inadeguati, incapaci di comprendere le aspettative dei cittadini e soprattutto di fornirci un progetto, un disegno in cui credere ed in cui riversare le nostre energie. Quello che manca è la capacità di comprendere le richieste , i bisogni delle persone di sinistra. Il tema della sicurezza, è un esempio abbastanza chiaro della distanza tra la base ed i vertici. E’ inutile girarci intorno, anche la gente di sinistra vorrebbe città più tranquille, anche perchè in linea di massima abita nei quartieri popolari e, credo, senza l’auto blu che ogni mattina attende - attendeva- Giordano sotto casa, e quindi quotidianamente esposta alla criminalità. La sinistra a questo bisogno come ha risposto? Con le stesse parole d’ordine che usa da decenni, ormai fastidiose anche per le orecchie più abituate. Vorrà dire qualcosa se gli operai hanno votato in massa lega oppure vogliamo far finta di niente. Quale sinistra rimpiangiamo quella che ha messo in discussione un accordo che prima aveva avallato, oltretutto approvato da un referendum tra i lavoratori con una maggioranza schiacciante, oppure quella sinistra che mandava in piazza i suoi ministri contro il loro governo. Io questa sinistra non la rimpiango. Soprattutto non credo che sia colpa di Veltroni se la gente non ha votato una cosa come la Sinistra e l’arcobaleno. Non intendo assolutamente difendere un partito, quello democratico, in cui non mi riconosco, ma non credo sia giusto addossargli colpe che non ha. Che avrebbe dovuto fare, l’ennesimo apparentamento che sarebbe durato il tempo della campagna elettorale, oppure avrebbe dovuto regalare qualche strapuntino nelle liste come ha fatto, sbagliando, con i radicali?
Io non sono convinto che l’Italia sia in grado di approdare ad un sano bipolarismo, ma sono sicuro che altri anni di ingovernabilità non ce li possiamo permettere, e questo va oltre la militanza, gli ideali, le convinzioni, le teorie, le emozioni, questo segna la differenza tra la sopravvivenza o il fallimento di un paese.
Arrivo all’ultimo tema, la laicità. Non entro nel merito, sai bene che è inutile, vorrei parlare dell’opportunità. Sei davvero convinto che ad una coppia di precari interessi più il riconoscimento di uno status piuttosto che la possibilità di trovare una casa ad un prezzo accessibile od un mutuo che non sia strozzinaggio? Siamo davvero certi che questa laicità, che oggi, bada bene solo oggi, va tanto di moda sia una priorità? Non criticare il termine priorità, l’Italia oggi si trova in una condizione difficile, esposta a tensioni che non si può permettere di sopportare, pensi che sia una cosa discriminante la laicità? E poi, perchè 10 anni fa non parlavamo di laicità e non consideravamo fondamentale il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, il vaticano ed i preti c’erano pure allora, butto là un’idea, quando c’era una sinistra più concreta, si era pragmatici, si comprendeva subito l’importanza dei temi e si sceglieva.
Comunque la militanza è un sentimento che abbiamo dentro e nessuno ci può togliere. Passeremo una fase difficile, ci sentiremo abbandonati , senza la nostra casa, ma sono sicuro che l’impegno e la disponibilità per ricostruire su queste macerie non ci mancherà.
ti abbraccio
pfp: abbiamo scelto strade diverse, e questo di per se non è un male. Ma penso diversamente da te, che il fallimento di un paese passa invece per la perdita di quei valori che oggi quelli che votano PD turandosi il naso (sbandierando il pericolo del regime) sembrano aver sacrificato per un non meglio identificato senso di responsabilità politica. Penso in tutta onestà che del passaggio tra il governo passato e questo non ci accorgeremo nemmeno, basterà abbassare il volume del televisore e non ascoltare bestemmie al posto dei congiuntivi, politicamente non cambierà nulla, basterebbe parlare della politica finaziaria del governo Prodi per chiuderla qui. Quello passato è stato forse il peggiore governo del dopoguerra, e non basta mettere sotto lo stesso simbolo le stesse persone epurando la sinistra radicale per far scordare agli elettori quello che gli hai fatto ingoiare. Questo governo non lo ha fatto cadere Bertinotti, lo hanno fatto cadere i Clemente Mastella e i Lamberto Dini. Se per alcuni l'interlocutore privilegiato diventa la Binetti, senza nessuno sforzo apparente non vedo perchè non se ne potrebbero fare altrettanti in altre direzioni. Io non rimpiango quella sinistra, e tu lo sai bene. Rimpiango la "mia" e di tutti quelli come me che dalla svolta della Bolognina a oggi hanno assistito allo scempio di un partito politico che è stato un perno della democrazia in questo paese, in una metamorfosi estenuante in cui alla perdita progressiva di identità, non si è mai contrapposto nessun passaggio politico che non somigliasse a trasformismi di bassa lega, anche perchè davvero nessuno ha mai cercato di camuffarlii veramente. Nessuna credibilità politica, nessun rispetto, se non l'arroganza di chi si è potuto permettere tutto sulle spalle dello zoccolo duro, del fideismo dei "patetici" militanti delle ex sezioni o delle feste dell'unità (oggi più deliziosamente "democratic party). Non bastano gli slogan alla "I- care" e "si può fare" o scimmiottare le campagne elettorali americane. Non abbiamo fatto i conti con la coscienza politica radicata nella storia di questo paese e in quel che resta della sua coscienza. Dieci anni fa non parlavamo di laicità dello stato perchè non era in discussione, c'era chi se ne occupava quotidianamente, con scelte consapevoli. Oggi, ricattati dalla malattia del centrismo (che queste elezioni hanno dimostrato una volta di più, non aver portato un cazzo) vedo lo spettro di un partito inciampare e balbettare davanti a chi mette in discussione un giorno si e l'altro pure la legge 194, tanto per dirne una. E' troppo comodo sfilare il partito da sotto il culo a chi ti ha permesso di esistere fino ad oggi, con il proprio consenso, la propria passione, metterlo in un angolo e chiedere poi il voto utile. Questo è il fallimento di un paese, la perdita dell'identità, lo smarrimento, il 30% degli elettori che non sa chi cazzo votare, un regime silenzioso, e soprattutto mettere persone come me nella condizione di non poter difendere la propria politica, il proprio partito. La militanza ce l'hanno tolta con il sorriso, e su queste macerie sarà davvero difficile riconoscersi. ti abbraccio anche io.
elena: lo so come ti senti...
daniela: il santo di Arcore ci benedice dal basso.
chico, io ho l'impressione che non avevamo capito manco la volta precedente, però facevamo finta di sì.
e loro ci assecondavano.
flou: amica mia, credo che sia qualcosa di peggio, ovvero: noi avevamo capito benissimo, ma facevamo finta di niente e li abbiamo assecondati.
chico, era questo che volevo dire veramente. oggi ho la penna sconnessa.
era un gioco connivente, in ogni caso.
Ti ho risposto da me. Quando puoi passi?
pfp
pfp: letto e commentato :)
Questo post per chiunque abbia avuto un percorso simile al tuo non può lasciare indifferente, capisco il tuo stato d’animo perché è comune a molti di noi…diciamo che comprendo e rispetto e condivido anche il tuo disagio ma francamente credo che in questo delicato passaggio politico sia utile che ognuno si assuma le proprie responsabilità. È vero, dai dati emersi dalle urne è sparita la sinistra parlamentare e noi non ci sentiamo bene, ma a differenza tua, non me la sento di sparare soltanto su padre Walter come lo chiami tu, questo mi sembra un po’ riduttivo. Siccome a me non è sufficiente dire che in questo quadro non mi ci riconosco e che la colpa ha un solo nome e cognome provo a fare alcuni ragionamenti attorno a questo nuovo scenario.
Innanzitutto vorrei ricordare che Veltroni non è stato il segretario de ds in tutti questi anni ma ha traghettato il partito dal 1998 al 2001 quando usava il tanto celebre slogan americano I care e che si è “preoccupato” di fare e bene il sindaco di Roma per i successivi anni fino ad essere chiamato alla guida del PD.
Ritengo invece che le responsabilità sulla sparizione della sinistra vadano cercate innanzitutto in quegli elettori DI SINISTRA (di quella che si è presentata sotto il simbolo dell’arcobaleno) che hanno ritenuto utile votare e quindi FARSI RAPPRESENTARE in parlamento per i prossimi cinque anni dal Pd…quindi la sinistra in parte è rappresentata anche in parlamento;
in secondo luogo va ricercata in quei dirigenti che hanno guidato la sinistra critica ed antagonista in questi anni non solo per il fatto di dire no e di essere identificati come responsabili della caduta del governo Prodi come molti osservatori hanno sottolineato, ma per il fatto che forse hanno avuto gli stessi problemi comuni all’elettorato storico ex comunista ossia quelli legati alla perdita dell’identità.
In effetti Bertinotti secondo molti dei suoi elettori durante la scorsa legislatura avrebbe perso la spinta antagonista accettando la carica istituzionale di presidente della camera concedendo troppo all’area centrista (democristiana fa più effetto) su temi fondamentali quali le politiche economiche e del lavoro, questo ha sparpagliato quindi il voto di tanti potenziali elettori facendo convergere soprattutto nel Pd, poi verso l’astensionismo, ma anche verso la sinistra critica, infine verso Di Pietro e grillini vari.
Credo poi che le preoccupazioni che hanno assillato i dirigenti della sinistra- e mi riferisco anche a Boselli che in solitaria ha tentato di rappresentare la famiglia del socialismo, e non del solo Bertinotti (che tra l’altro gode della mia stima e considerazione) - durante questi ultimi mesi siano state principalmente quelle di sparare contro il Pd senza preoccuparsi troppo di quale strada indicare. Ecco questo è il punto della sinistra tradizionale e del proprio corpo elettorale, essere iper critica, storcere il naso e non saper cogliere bene i cambiamenti che la società ci pone sotto gli occhi. Non saper scegliere una convincente alternativa politica se non l’arroccamento dietro le belle bandiere. Mi piace un passaggio che Michele Serra ha scritto per Repubblica in questi giorni e che, meglio di me riassume il senso del mio ragionamento:
“la visione ombelicale del mondo, il volerlo passare continuamente al vaglio del proprio giudizio ultra selettivo raramente conduce al governo(e non sarebbe un gran guaio), ma soprattutto non conduce a condividere davvero con il resto della società la buona e la cattiva sorte .
Ci sono molte altre attività dilettevoli (l’arte, le libere professioni, la fondazione di circoli intellettuali) che consentono una gioiosa pratica del senso di superiorità, o anche il vanitoso vizio di sentirsi ai margini. La politica no, la politica è un autobus strapieno di gente che sgomita e puzza, che non ci somiglia e manco ci riconosce. Farla è promiscuo e compromissorio. Ma non farla più, cara sinistra extraparlamentare, è anche peggio….”
Io seppur da ex "patetico" militante (e quello posso davvero dirlo di essere stato)sono il primo a non aver seguito “appecoronato” alcuni passaggi, in particolare quest’ultimo, dicendo nel mio piccolo la mia, esprimendo dissenso e traducendolo in voto, ma poi visto che in politica ci si conta e si determinano delle scelte attraverso un percorso democratico, bisogna accettare i verdetti e semmai
scegliere un’altra via….ma serve saperla indicare non solo criticare quella che ci propongono….
Aspettiamo tempi migliori….anche prima dei cinque anni…..
noi intanto se vedemo stasera……;)))
Un abbraccio
Alpan
No, questo post non può lasciare indifferenti, e fa venire voglia di andare in osteria a ubriacarsi insieme, per cinque anni, o per un ventennio, il tempo che tutti vedano questi tempi con la giusta distanza critica e capiscano come sono ridicoli, come siamo ridicoli. Il tempo che anche gli italiani vedano Berluscazzo come lo vedono gli spagnoli, i francesi, i tedeschi, gli inglesi, i canadesi, gli iraniani, i cubani, gli argentini, i marocchini, i nepalesi, etc. etc. etc.
Su padre Valter, devi avermi male interpretato. Non imputo certo a lui lo sfascio dell'ultimo ventennio e l' agonia/metamorfosi del pci-pds-ds-pd. Ma è stato purtroppo per me (e pochi altri sparuti voltasalsiccie) il consapevole esecutore del colpo di grazia in questo ulteriore atto, che ritengo definitivo nella storia della sinistra italiana. Il suo operato da sindaco di roma è stato degno del massimo rispetto, ed il passaggio di consegne Rutelli veltroni, ha restituito a Roma l'immagine ed il respiro di una capitale europea, trascinandoci fuori da un provincialismo ingessato che ne aveva bloccato lo sviluppo politico e culturale. Ma, sappiamo bene quanta differenza vi sia nella gestione della Realtà "locale" (e faccio riferimento alla triade provincia-regione-comune) rispetto al più ampio spettro della politica nazionale. Ne è conferma il fatto che un personaggio come Veltroni pur venendo da una tradizione di sinistra, veniva percepito come trasversale, già in era pre-pd, otttenendo affermazioni plebiscitarie sottraendo voti persino alla destra. Forse già di questo avremmo dovuto preoccuparci, quando un leader di centro sinistra si definisce "Clintoniano Kennediano" sarebbe legittimo farsi qualche domanda in più. Per quanto riguarda il travaso di voti dalla sinistra arcobaleno al Pd, mi sento di dire che è senz'altro vero che lo spauracchio Berlusconi hanno sortito un effetto rilevante anche sul "popolo rosso" diviso in due rivoli equamente divisi tra astensionismo e voto utile. Questo, non credo assolutamente che possa voler dire che questi signori abbiano deciso di farsi rappresentare da Walter Veltroni e dal Pd, ma quanto piuttosto di non farsi rappresentare da Silvio Berlusconi. e mi pare che siano due cose profondamente diverse. Detto questo, io non sono un elettore di rifondazione ne della sinistra arcobaleno (anche se a qualcuno avrò potuto dare questa impressione) non devo riflettere sulla "loro" estinzione in termini di responsabilità, e credo che la sinistra tutta, dai verdi ai socialisti fino all'ala più radicale, debba aprire comunque una seria analisi sulla sua inadeguatezza di questi anni, sull'incapacità di rendere duttile ed elastico un pensiero altrimenti asfittico, ma se non altro ne apprezzo la maggiore coerenza e la scarsa propensione a prostituirsi, e anche qui, l'equivoco tra l'essere puri e obsoleti, meriterebbe forse qualche riflessione in più e qualche banalizzazione in meno, e mi riferisco più ai loro elettori che alla classe dirigente. Sentire Oliviero Diliberto dichiarare di voler portare la salma di Lenin in campidoglio, ci da una misura di quanto inadeguata sia a governare questo paese. Il mio attacco è alla "mia" sinistra, e il post e le mie risposte precedenti mi sembrano piuttosto chiare in questo senso.
per Boselli, mi sentirei di fare un discorso diverso, L'ingresso nel partito democratico sarebbe stato un gesto sensato e dovuto. Se Di Pietro si può consentire il lusso di entrare in uno schieramento mantenendo il proprio simbolo, non vedo perché non debba essere possibile anche per lui. L'utilizzo curioso di due pesi e due misure mi lascia perplesso, ma La verità è che questo processo di "fagogitazione" dei partiti per arrivare al partito unico ha avuto una accelerazione spaventosa, e, temo prematura, determinata dal dare una scossa ad una politica ormai impantanata e ipnotizzata dal sistema-berlusconi, ma che ha finito per spiazzare elettori e movimenti minori, forse non ancora pronti, ricordo che questo paese ha una tradizione politica profonda e multiforme, e che i modelli americani e francesi, tanto per citarne due tra i più gettonati in epoca di riforme, non ci appartengono proprio per distanza culturale e storica. Ma sono convinto che Nel "caso Boselli" si nasconda semplicemente il fastidio e il timore di veder rappresentata nel proprio schieramento un anima socialista ed un simbolo ancora bene riconoscibile. All'indomani del voto, la signora Rosy Bindi sosteneva in un dibattito pubblico che in un partito di matrice socialdemocratica lei non ci starebbe. questo mi pare che renda molto chiari i patti e il clima che regolano le correnti che animano il PD. Concludo riprendendo le parole di Michele Serra, dicendo che fare la politica può essere bellissimo, e non necessariamente compromissorio, farla male è molto peggio che non farla, perché alla fine i conti, si fanno con la propria coscienza ancor prima che con il paese, caro Serra.
ti abbraccio e ti ringrazio, te come gli altri per questo confronto stimolante e pacato. Vi voglio bene.
Alessandro.
aitan: hai ragione, infatti mi sento così, perchè ho cominciato a guardarmi da fuori. un abbraccio, e il prossimo giro lo offro io.
Beh,ne abbiamo già parlato insieme e sai quale è il mio pensiero in proposito però credo che la colpa sia nostra, che in questi ultimi anni ci siamo accontentati di andare a fare i girotondi, di votare il meno peggio e di non dire effettivamente quello che pensavamo o credevamo. Forse qualcuno ha preso le decisioni per noi, senza nemmeno ascoltarci e ha agito " In nome del Popolo Sovrano"; ma "noi, popolo della Sinistra" siamo stati capaci di lasciarli fare Non Credi?
piede: bentornato, il fatto è che eravamo tutti molto (pre)occupati, a delegare l'indelegabile...
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