[piccole cronache senza vergogna / non toglierti il pigiama]
Non riesco a lasciarti, capisci. Io vorrei tanto, ma te ne stai davanti a me con la faccetta pista di sonno e il tuo pigiama assurdo con gli elefantini, e allora ecco io ti scoperei a vita, mi segui? In piedi, così. Quando sei arruffata dentro quel coso di flanella io non farei altro, anche perché non c'è altro da fare, siamo onesti. Bevi un sorso e poggi il bicchiere di latte freddo sopra le briciole, e poi mi dici, roteando lo sguardo per prendere la rincorsa una cosa come: "...stabilità, bambino. Manca, questa storia dondola, stiamo scivolando giù, non lo senti?". Allora ti dico : " È la terra, si sta inclinando verso sinistra, te ne accorgi dal bicchiere, guarda la linea di galleggiamento del latte. È sbieca, sai che vuol dire questo? Che finiremo per scivolare giù, andremo a sbattere contro qualche paese del sud america, e poi più giù, portandoci appresso gli sgabelli, la tovaglia, il tuo latte e tutti i tuoi biscotti integrali senza olio di palma che non sanno di un cazzo, a ruzzoloni verso Capo Horn e il polo sud. E poi pluf. Vuoto. Ionosfera, ozono e un silenzio blu oltremare. Rotoleremo per sempre in un'eterna capriola.
"E come ne usciamo...?" Sto per risponderti che non lo so, ma poi tu, ti togli il pigiama.
1 Comments:
O ti incastra, o si incastra,
succede ruzzolando verso Capo Horn
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