17:22
Ernesto Bazan
non parto mai, riempio le valigie di tanto in tanto, faccio i bagagli, esito. Trattengo il respiro, non ingoio, in fondo i viaggi hanno lo spago per paura. Mi guardo stridere, piegare gli scambi a mani nude, trascinarmi pezzi di vita con la combinazione appresso o aspettare un ritardo in filodiffusione. Che male faccio, correre da un binario all'altro, perdere colpi senza avere mai sparato, desiderato, salutare a salve come una lepre in fuga, come un cane col riporto, sbuffare nebbia nel tintinnio dei bar, parlare dal vetro ad un uomo con gli occhi bassi "dice che c'è un morto ar binario morto" oltrepassare la linea gialla con un passo da strada ferrata, farsi rubare il cappello e un saluto, dal diretto per Atascadero delle diciassette e ventidue. Mi sento graffiare le rotaie, fischiare alle ragazze e guardare mio padre dal finestrino. Ecco, non parto mai, di tanto in tanto riempio le valige. E torno.
31 Comments:
e io non faccio che aspettare che torni. :)
:) sempre prima te...
un abbonato ha sempre un posto in prima fila.
me stai a di che so er direttore della rai?
è un'offesa vero?
dovunque scappiamo, non facciamo che tornare
visti i palinsesti direi di si.
aitan: ecco, nella fuga c'è almeno la dignità o il coraggio di una reazione. Se fuggi vai. questo signore qui, non si muove proprio, fa le valige, guarda i treni partire, e sta fermo a un binario morto.
pure io.
Mi hai fatto venire in mente "Lo scrutatore non votante" di Samuele Bersani, la conosci?
magari un giorno, anche lontano, troverà il coraggio per farlo. per scegliere una qualunque destinazione e salire su un treno.
ma, a quel punto, non è detto che poi tornerà...
(contenta di aver "incontrato" un fotografo che non conoscevo)
daniela: no, questa mi manca, mo la cerco e poi ti dico...
elena: hai ragione, se mai dovesse partire, non tornerebbe, ne sono certo, anzi, così mi piacerebbe pensarlo. La foto è straordinaria, molto meglio del pezzo purtroppo...
è perchè siamo sempre in bilico tra il desiderio di cambiare tutto e la certezza di ciò che abbiamo già.
dovunque vada, il binario muore. anche il mio. ovvio.
però, pensa, faccio e rifaccio il biglietto. nessun risarcimento, ovvio.
E il ritorno non ha, forse, il non-coraggio per disperazione?
Serena
stefania: c'è chi fa anche questo. Io mi rigenero quotidianamente nel piacere di ciò che ho. Ma bisogna essere in due, anche per questo.
amelia: ovvio si, ma la salvezza è nelle fermate intemedie, chi aspetta il binario morto è come se fosse fermo, non va da nessuna parte. la vita così, la vedi solo dal finestrino.
serena: a volte si, a volte è stanchezza, altre ancora il bisogno di tornare, di chiudere il cerchio.
non bisogna mai preparare prima le valigie, è logico che poi non parti!
:-)
Io lo capisco 'sto signore qua, hobbs. Io che torno sempre così forte e così tanto che nemmeno mai mai mai parto. E che la valigia la faccio e la disfaccio perché a chiuderla non ci riesco mai; sai così la riempie e sovrabbonda, me stessa che non riesco a toglier mai. Che speranza di fuga o coraggio avrò mai?
All'uomo di cui parli manca forse un'obliteratrice (o un obliteratore, beninteso, non voglio porre limiti di genere). Qualcuno/qualcosa che lo aiuti a "cancellare le lettere, i tratti di linea, e per esteso Far sparire; Far dimenticare".
Nel caso, sempre pronta a scardinarne una in stazione.
Bacio.
SmokingPermitted
didola: nel senso che così te la tiri da solo insomma...:)
rita: e se fosse solo "andare"? puro e semplice andare? ma hai ragione sai, quando parto, anche solo per un week end, fuggo, lo so che fuggo, dalle responsabilità, dal dolore, dall'ansia, dagli odori. Le mie valigie sono spesso troppo piene, mai troppo pronto a lasciare evidentemente, le fughe con il ritorno dentro sono quelle che non ti permetteranno mai di dire "scendo a comprare le sigarette" che sia il caso che cominci a fumare?
smoking permitted: è anche vero che obliterare il biglietto, da un tempo, ed un luogo alla fuga, che forse per sua natura non dovrebbe averne, anche solo per puro senso di libertà, e nella mia testa malata , l'atemporalità è libertà assoluta, la perdita della cognizione del tempo ti slega da ogni burocrazia della coscienza, anche ze, 28 euro di multa poi, non te li leva nessuno...:)
bacio.
a proposito, se ti dicessi che ho di nuovo un blog? :-)
stefania: ti risponderei che voglio l'indirizzo :)
ok, allora clicca sul nome e passa a trovarmi! :-)
Intanto ciao!
: )))
quando si scappa, si scappa. e non si ha tempo di preparare nessuna valigia.
blu: perché, c'è dell'altro?
katiuuuscia: katiù, ma questo non scappa, questo esita, e chi esita c'ha tutto il tempo che vuole. Questo sembra il grande potere del dubbio...
Non male questo modo di raccontare...
magari un giorno sospesa lassù, una mongolfiera; però poi bisogna pur guardare in alto, di tanto in tanto.
sònia
abs: curioso nickname il tuo...
manentia: le cose belle sono tutte oltre la linea dell'orizzinte dunque.
Perchè forse con il partire ci illudiamo di sfuggire a noi stessi, invece cambia solo il paesaggio ma noi siamo sempre noi.
gipsy
Oh, FINALMENTE! Entrare a commentare in un post Blogger è come entrare al Pentagono! Ho trafficato per mezz'ora, ho creato di nuovo l'account, speriamo che funzioni anche le prossime volte!
ciao
gipsy
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