venerdì, marzo 14, 2014

[foto 49/binario tre]













Ecco, ho appena perso il rapido delle otto. Ma Ho perso un fottio di treni sai, ma tanti. Arrivavo sempre in tempo per vederne sparire uno dietro una curva cieca, e stavo li, con la valigia in una mano e il pugno stretto nell'altra. C'era vapore mi pare, o forse non era ancora tempo. Poi ricordo quel rumore di ferro che fanno gli scambi quando spostano il destino ai giorni e alle stazioni d'arrivo. Dai bar arrivavano sempre voci mischiate al caffè e ai soldi persi per gioco, o per dolore. Ah, e poi c'erano i gettoni, monete buone solo per parlare o per fingere di avere qualcosa nel portafogli. Non ne ho mai usato uno sai, dopo. Quando perdi un treno il numero che avevi in tasca segnato con la biro si stinge ogni volta, e sempre le ultime tre cifre. Quelli che perdono i treni si riconoscono subito, gente che sa orari a memoria e conosce tutte le stazioni, gente che sa di acqua di colonia, e di case fresche. Come tutte quelle dove non ho avuto il coraggio di vivere. Ecco, ho appena perso il diretto delle nove e venticinque.

4 Comments:

Blogger amanda said...

quando si perdevano i rapidi era un'avventura, ma potevi salire su qualsiasi treno passasse poco dopo e procedere in avanti rincorrendo la tua stessa storia, non come ora che la tua vita ti passa accanto e tu non la riconosci perché sei intento a scattari un selfie e qualsiasi posto del mondo assomiglia a quello da dove stai scappando o dove eri diretto

4:28 PM  
Blogger albafucens said...

Amo le stazioni, il brulichio della vita che le attraversa, i treni con il loro tu-tum tu-tum come un cuore che batte, i binari, testimoni di mille viaggi e sconfinati paesaggi

... alcuni, di treni, a volte li perdiamo appena per una frazione di secondo [coincidenza] avversa, poi ci sono però anche i treni che tardano a partire, quelli che a volte ci attendono e che prendiamo al volo, così come c'è sempre un treno in partenza... pronto a correre verso l'orizzonte

sempre ricco, denso di sensazioni, emozioni, immagini il tuo narrare, raccontare, sa di buono, possiede una grazia antica ^ _ ^

p.s.
mettere l'rologio dieci minuti in avanti, che dici, può servire a non perderli :)

8:02 AM  
Anonymous Anonimo said...

Il ricordo dei treni che ho preso mi rimanda al sonno che ho perso.
Per prenderli.
Mio papa' mi accompagnava fino alla riga gialla, quella da non oltrepassare. Alle sei meno un quarto. Ogni lunedi' mattina...
E se ne stava li' ad aspettare...
Rimaneva li' fino a quando la coda del treno non spariva dietro la curva.La sua faccia gridava " Ma che stai facendo?".
Ci sono treni che prendi perche' non puoi fare altro che prendere. Per cocciutaggine.
E magari per ogni treno che prendi c'e' qualcuno che spera che tu lo perda.
Solo che se a sperarlo e' un padre, sara' quello che ti accompagnera' puntuale alle sei meno un quarto.
Ogni lunedi' mattina.

1:42 AM  
Anonymous Mr.Loto said...

.... a volte perdere il treno è una vera fortuna.

6:04 PM  

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