[scritti di maggio]
(Billy Christal, Harry ti presento Sally, 1989
[sindrome di pilato]
Io ti vedo bello, in mezzo all'odore della carta e alle pagine nuove, entrare nella mia libreria preferita con l'ultimo morso di ciambella negli occhi e le dita sporche di zucchero, ti vedo mentre ti guardi intorno e poi ti lecchi tutte e cinque le dita, una per una, al rallentatore, con uno schiocco sordo e bagnato.Mi si stringe lo stomaco, una morsa di nausea. Ora so cosa farai, te ne andrai in giro toccando libri a casaccio, lasciando cristalli umidicci e appiccicosi e io non saprò mai quali sono [e dove] poi, scompari tra gli scaffali. Cerco di calmarmi, respiro, e faccio training autogeno dicendomi che ci sarà una possibilità su un miliardo che mi becchi un libro con la tua saliva sopra, senza contare che quando lo leggerò saranno passate delle ore e non sarà più "contaminato". Ho due cuscini sotto la testa, tu ti stai pettinando i capelli, prendo il libro che ho sul sul comodino, ti infili sotto le lenzuola e mi abbracci mentre faccio scorrere le pagine nuove come un mazzo di carte e mi fermo al centro [pagina 69] e allora dici "Cos'è questo odore?" "quale odore?" "mmmh...sembra ciambella fritta...notte amore" "notte un cazzo".
[prima della grande paura]
Di quegli anni ricordo strani vestiti per lo più, e donne bellissime con maglioni larghi e colorati. Parlavano ad alta voce forse, ma sorridevano sempre. Poi c'erano Paola, Sandro, l'accademia e questa cosa che potevi cambiare senza sentirti in colpa, aspirare a qualcosa di meglio senza essere guardato come uno posseduto dal demone dell'ambizione, perché a nessuno di noi pareva che quello che la vita fino ad allora aveva offerto fosse un dono divino, una grazia, ma il naturale divenire delle cose. L'accadere, il vivere. Allora pensavi di poter cambiare. Cambiare tutto intendo, il lavoro, la donna, la vita, le cose. Ecco, ora ricordo, si diceva "cambiare le cose". Ora non si usa più, ora che tutto è fermo, anche lo sguardo. Ricordo che stavamo di nuovo intorno al tavolo, come allora, e ricordo che sarebbe stata l'ultima volta e che non saremmo mai più stati così belli, stretti nei ricordi ancor prima che nei nostri panni, e che fu doloroso al mattino, semplicemente perché un attimo dopo esserci salutati in strada, tornammo prigionieri nel nostro fermo immagine.
6 Comments:
notte un cazzo :D
di quegli anni ricordo parole, musica, maglioni larghi e colorati e fare le cose insieme e ridere e l'idea che la vita era in divenire ma erano gli anni o era la mia età? io però ferma non riesco a stare
i tuoi fermi immagine inchiodano lo sguardo.
meno male che ci sei.
è qui la grande bellezza.
Belli, e più bello il primo.
amanda: e fai bene... :)
elena: meno male che ci sei...
grazie di cuore.
aitan: e so' indeciso tra i due... :)
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