[gatti]
Dopo il suo bacio sulla guancia, aveva pensato al gatto. Negli anni ne aveva avuti diversi. Ce n'era stato uno nero, che di tanto in tanto gli portava qualche lucertola in dono. lo sentiva raspare alla porta, e fare buffi gorgoglii. Aprendo, lo trovava a fare cerchi sghembi su se stesso, intorno alla preda esibita come un trofeo. Non c'era nessuna poesia in questo, e lo capì [smaniando] negli anni, ogni volta che le fece un regalo. Lui voleva piacerle, essere amato, e basta. Questo, tra un miagolio e l'altro gli avrebbe dato una consapevolezza effimera dell'esistenza. Si sarebbe detto "Io esisto" sorridendo, ma mai per più di un quarto d'ora. Poi tirò fuori il pacchetto e disse "tieni, è per te". Mentre lei lo scartava, cominciò a girare su se stesso, sghembo.
6 Comments:
e faceva ron ron, oppure no?
Lui voleva piacerle, essere amato, e basta. [...] Si sarebbe detto "Io esisto"
Come è vero, a volte "esistiamo", non per nascita, ma per... come dire, "riconoscimento, accoglimento"
Mi piace molto questo post, è delicato, vellutato come un bacio sulla guancia, felpato, aggraziato come il passo ovattato dei gatti, e bella l’immagine, sghemba... :)il tutto crea un'atmosfera ovattata...
un bacio-croccantino...(ognuno ha i suoi modi per nutrirsi tra un miao, un ffff, un bau o pure un grrr)
:-)
amanda: puoi scommetterci...
alba: trovare una ragione di esistere [anche] riconoscendosi nell'altro, mi pare gran cosa. ma non siamo in molti a pensarlo.
quentin: i croccantini danno dipendenza... :)
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