zorro
Non mi piace scrivere, non mi pioace leggere, non mi piace nemmeno disegnare. Non mi piace niente e soprattutto non mi piaccio io. Sono un bugiardo. Ieri, ho tentato una rapina in banca con una banana scarica (non avevo tolto la buccia) così per vezzo, un piacere estremo, un ricamo isterico. E fortuna ha voluto che la guardia giurata avesse la zucchina con la sicura inserita e una moglie frigida. Cerco conferme e trovo sempre occupato, se pagassi il canone forse, chissà. “Diego” diceva mia madre scambiandomi per mio fratello Sancho “Ricordati una cosa” Ecco appunto, è tutta la vita che cerco di ricordarla eppure, niente. Deve essere un dettaglio, qualcosa nelle mutande, un granello nell’ingranaggio, sabbia tra i denti, manca lo so e non è l’arancione. Cercare quello che non sai è fonte di grande frustrazione e di dissenteria, e poi, non serve assolutamente a nulla nei casi di orchite. Ma a volte è nitida l’immagine di una serratura, altre volte invece è la voce di una donna che mi chiama per nome, altre ancora mi pento dei tuoi peccati. Non vi traggano in inganno la camicia di forza e le mie braccia legate dietro la schiena, è pur sempre carnevale e tra un costume da pazzo ed un pazzo vero, io, scelgo sempre Zorro. Le zeta le faccio sul muro, con le unghie o con il piscio, anzi no, con la spada. Proprio Li, sul pallido culo del sergente Pedro Garcia da Portocannone, con moglie tre figli e una prostatite a carico. Garcia mi sputa nel piatto, ma io l’ho sempre fregato tengo tutto sotto la lingua e non inghiotto mai. Come i topi nel rancio, che poi sono il rancio. Ho un piano adesso, datemi del carbone così avrò baffi nuovi , stelle sui talloni e ferrate il miglior cavallo a dondolo che sarò alla volta di Tarragona (alta) domani. Stringete intorno ai polsi quanto volete adesso, non temo i legacci. Rido al mercurocromo freddo sulle tempie, dai pure corrente Garcia, non mi mordo la lingua. Don Diego mi chiamo, e non so cosa cerco.
avevo scritto un bellissimo pezzo oggi, poi, me lo sono dimenticato. Però ho trovato una chiave nelle mutande.
avevo scritto un bellissimo pezzo oggi, poi, me lo sono dimenticato. Però ho trovato una chiave nelle mutande.
15 Comments:
è la chiave di volta.
ecco perché sei elettrizzato.
elena: schoccato. (si scrive così?)
mi piacerebbe trapiantare al posto di jack nicholson un Diego del tipo descritto da te, che pensa di essere zorro, zorro pazzo con la camicia di forza, il mercurio cromo, la spada, il piscio e tutto il resto, in "qualcuno volò sul nido del cuculo".
semplicemente fantastico..
bello, bello, bello uno dei pezzi migliori e più deliranti che tu abbia scritto finora ^ __ ^
mi va bene tutto la spada, zorro un po' pazzo.. ..a me basta che non smetti di scrivere
un caro saluto
angelo de: lusingato (assai) film straordinario...
albafucens: a patto che tu non smetta di commentare... grazie, grazie.
beh, se dimenticare un pezzo bellissimo serve a scrivere così... siano benedetti i vuoti di memoria!
lila: che poi non ho mai capito se i miei vuoti sono a perdere, o a rendere...
fin quasi alla fine eri bergonzoni sputato, ma anche meglio
didola: :) onorato del paragone. lui è un giocoliere, io un giocattolaio... se ti piace bergonzoni ti consiglio questo blog: http://incrocipericolosi.splinder.com
è un mio amico blogger (parolottoliere)....
Funanbolicamente ammirevole. Dovunque tu sia caduto.
Ho pensato a Bergonzoni anch'io, ma, confesso il mio peccato. Ti preferisco raccontatore post-noir. Peccato, perché suoni bene anche così!
maxmcold: ma c'era la rete, mi sa... troppo buono lei.
aitan: Sir Aitan, non ho capito bene quale sarebbe il peccato, ma in ogni caso (a scanso equivoci) io la perdono :)...
solidarizzo. una chiave nelle mutande deve fare molto male.
(o molto bene, dipende dai gusti).
Pollice alto.
davvero davvero carino!
Ciao
Marlene
nettare frizzante: con l'unica eccezione delle cinture di castità...
marlene barrett: e io mi inchino, grazie molte.
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