rocket man
Red Nose Sudio
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la, lallà, lalallà, lallallà.....
Ha il fegato pieno di buchi. Pensa alla spugna con cui si fa il bagno. Vorrebbe farsi un bagno. E subito dopo stringe la mano al medico con gli occhiali a mezzaluna, paga la parcella, attraversa il parcheggio, e poi entra nell'emporio Prendergast. Quando esce stringe il collo della bottiglia nella busta di carta marrone. Questo qui, che ingoia con la testa all'indietro è mio padre. Mio padre ha passato la vita ad ingoiare roba scura. Glielo ha insegnato Bill Stocton che già fumava, lui. Gli ha insegnato un sacco di altre cose a dirla tutta. A frugarsi nelle mutande anche, che li non è che ci fosse molto da fare. Aspettavano la domenica, perché la domenica facevano le frittelle con lo sciroppo d'acero, e poi, venivano tutti quelli vestiti bianco. Si aggiravano per il refettorio ed il parco giochi in attesa di trovare lo sguardo adatto. Era come al canile, ti scegli quello con lo sguardo che fa più pena. Quel giorno mio padre fece il miglior sguardo da bracco possibile, e gli andò di lusso, per un po'.
Questa invece è mia madre. La foto fa schifo, ma potete credermi sulla parola, ha quarantatrè anni, qui. E' quella con i capelli raccolti e il sorriso acquoso. Quello vicino al barbecue è zio Nel, qui non si vede, ma con la mano destra tasta il culo a mia madre. Come girava la carne lui, nessuno al mondo. Credo sia morto di gotta. Comunque lo ha trovato mia zia davanti alla finale del superbowl, con un sigaro ancora acceso. Era simpatico zio Nel, a natale mi faceva dei regali pazzeschi, e poi mi diceva "non dire niente a tuo padre, Sam" che non ho mai capito cosa volesse dire.
Questo qui sono io, era l'estate del 66 credo. La foto è un po' gialla, ma ci siamo capiti. Sto costruendo il mio primo razzo. Non andò benissimo, devo dirvelo, non arrivai oltre lo steccato dei Darren. L'ammaraggio avvenne sul prato appena tosato, a pochi metri dalla cuccia di Stuck. La stampa scrisse che il cosmonauta era ancora vivo, ma che il reattore aveva avuto un' avaria. Mio padre non la prese troppo bene, e nemmeno i Darren. Con il secondo andò meglio, arrivai oltre la terza media.
Questa è in bianco e nero. Qui si arrotola la cinta intorno al pugno, sento ancora il cuoio scricchiolare. Avevo rovesciato il bicchiere, o qualcosa di altrettanto grave. Lui aveva lasciato cadere la forchetta nel purè. Le forchette nel purè non fanno rumore, non come i suoi denti comunque. Aveva detto "vai di sopra", quasi sottovoce, come le altre volte. Mia madre aveva alzato il volume della radio, perché non sentissero i vicini.
Qui è ancora mia madre, con una mano sugli occhi e un altra sulle orecchie. Siamo al mio compleanno, e io sono chiuso nell'armadio, tanto per cambiare. Mia madre era cieca e sorda, lo è stata per tutta la sua vita che conosco. Ho gridato tante di quelle volte. Se solo avessero rapinato banche. Sarebbe stata una complice perfetta. Qui è quando venne il Preside Flass a chiedere conto dei segni dietro la schiena. La foto è sovraesposta, ma probabilmente sta piangendo, per lei, o di lei, non so, è ferma sulla porta della cucina e dice che sono caduto dalle scale. Flass le crede, e se ne va. Voi non lo potete sentire adesso, ma la radio suona:
Questa invece è mia madre. La foto fa schifo, ma potete credermi sulla parola, ha quarantatrè anni, qui. E' quella con i capelli raccolti e il sorriso acquoso. Quello vicino al barbecue è zio Nel, qui non si vede, ma con la mano destra tasta il culo a mia madre. Come girava la carne lui, nessuno al mondo. Credo sia morto di gotta. Comunque lo ha trovato mia zia davanti alla finale del superbowl, con un sigaro ancora acceso. Era simpatico zio Nel, a natale mi faceva dei regali pazzeschi, e poi mi diceva "non dire niente a tuo padre, Sam" che non ho mai capito cosa volesse dire.
Questo qui sono io, era l'estate del 66 credo. La foto è un po' gialla, ma ci siamo capiti. Sto costruendo il mio primo razzo. Non andò benissimo, devo dirvelo, non arrivai oltre lo steccato dei Darren. L'ammaraggio avvenne sul prato appena tosato, a pochi metri dalla cuccia di Stuck. La stampa scrisse che il cosmonauta era ancora vivo, ma che il reattore aveva avuto un' avaria. Mio padre non la prese troppo bene, e nemmeno i Darren. Con il secondo andò meglio, arrivai oltre la terza media.
Questa è in bianco e nero. Qui si arrotola la cinta intorno al pugno, sento ancora il cuoio scricchiolare. Avevo rovesciato il bicchiere, o qualcosa di altrettanto grave. Lui aveva lasciato cadere la forchetta nel purè. Le forchette nel purè non fanno rumore, non come i suoi denti comunque. Aveva detto "vai di sopra", quasi sottovoce, come le altre volte. Mia madre aveva alzato il volume della radio, perché non sentissero i vicini.
Qui è ancora mia madre, con una mano sugli occhi e un altra sulle orecchie. Siamo al mio compleanno, e io sono chiuso nell'armadio, tanto per cambiare. Mia madre era cieca e sorda, lo è stata per tutta la sua vita che conosco. Ho gridato tante di quelle volte. Se solo avessero rapinato banche. Sarebbe stata una complice perfetta. Qui è quando venne il Preside Flass a chiedere conto dei segni dietro la schiena. La foto è sovraesposta, ma probabilmente sta piangendo, per lei, o di lei, non so, è ferma sulla porta della cucina e dice che sono caduto dalle scale. Flass le crede, e se ne va. Voi non lo potete sentire adesso, ma la radio suona:
Io sono l'uomo razzo,
le stelle, le guardo da vicino,
dentro una tuta di carta stagnola.
Ho un reattore da un bilione di neutroni
sulle scapole curve, appena sotto i lividi,
insegnerò a voialtri come si vola via
con un fustino di detersivo, bretelle, e la paura del buio.
Partire è stato facile,
perché io sono l'uomo razzo,
un anno luce è solo un pomeriggio sognato,
navigato a vista,
a centomila nodi sopra il male.
Ho un sestante di cartone
per tracciare una ascissa polare,
dove le stelle le soffi nel sapone,
e non devi più chinare lo sguardo.
Io sono l'uomo razzo, guardatemi,
seduto in un angolo,
con le mani sulle orecchie
a pregare numeri a caso,
a fermare la tua cinta,
o a unire un milione di stelle in punta di matita
e aspettare che sembri un disegno,
oppure un sorriso bianco da dentifricio alla ionosfera.
Volo in silenzio,
e il mio acquario per pesci non si appanna mai,
anche quando ci respiro dentro lo stupore,
che volare è come nuotare,
basta solo dimenticare.
Ora mi bastano scarpe ben allacciate,
un ordinata sferica,
un orizzonte di curvatura dove non puoi arrivare,
dove non farà più male.
Io sono l'uomo razzo,
ho portato con me tutto quello che serve senza gravità,
cioccolato, carta di riso e francobolli,
e quella fiaba che ho in tasca, quella che comincia con la tua voce di latta che dice c'era una volta celeste...
la, lallà, lalallà, lallallà.....
“Cambio la lampadina a un pianeta già spento, che possiate vederlo anche voi, che il mondo da quassù sembra una casa galleggiante nel freddo”
22 Comments:
Quanti son "caduti dalle scale", hobbs... Che uno si chiede perché non lo fanno tutto sul dolce declivio di una collina, il mondo, con senso unico a discesa, così nessuno si affanna e le parole scorrono giù lisce, senza alzarsi mai dentro le voci, le cinghie stanno giù come le code di cani tranquilli, arrese alla forza di gravità e ignare di ogni altra "gravità" - che so, un bicchiere rotto (che poi anche un bicchiere si rompre per via della gravità, ma magari a scivolare sulla schiena di una collin atterra sul morbido e non si infrange mai).
A volte sai cosa, hobbs? Che devono avere sbagliato qualcosa nell'impianto: nel progetto originario questo mondo doveva essere una grande lampadina che illuminava tutto. Poi, nel montaggio, hanno invertito i pezzi e hanno lasciato la luce dentro, ma proprio dentro dentro, troppo in fondo per vederla.
Così solo pochi vivono illuminati; gli altri son bruti.
ma è bellobellissimo!!!
chissà cos'è più doloroso. la cinta o la consapevolezza di avere una madre complice di quell'orrore..
sei bravo, anche quando scrivi di realtà terrificanti.
rita: è un' intermittenza, e i momenti di buio sembrano sempre più ravvicinati. sotto la luce è più il tempo che perdi a guardare lo scempio, che quello che dovresti regalarti a gioire della vista. Confidiamo nel basso consumo...
signorinasottuttoio: e grazieassai!
giovanna: la cinta, che che se ne dica. e grazie, come sempre...
Hai uno stile narrativo che incanta e cattura, sei davvero molto bravo dovresti cimentarti a scrivere un libro sono sicura che avrebbe successo, io lo comprerei di sicuro.
..anche quando ci respiro dentro lo stupore, che volare è come nuotare, basta solo dimenticare.. è bellissimo questo passo, mi piace assai
il mondo è meraviglioso anche se "consapevolmente" lo stiamo distruggendo, però mi piace pensare che la luce forse prima o poi riuscirà a fendere il buio rubandogli la scena.. o meglio lo spero.
a quando il libro? ^ __ ^
magari illustrato dato che sei anche un ottimo disegnatore.
un caro saluto
ti ho appena scoperto.
se molli il tuo blog x qualsiasi motivo io ti strozzo.
max
albafucens: ti ringrazio davvero tanto, ma credo sinceramente che questi pezzi siano cuciti addosso allo spazio del blog, che poi è l'unica scrittura che so, temo che difficilmente avrebbero lo stesso respiro inseriti in un contesto "altro" come le pagine di un libro. detto questo il mio orgoglio ha sobbalzato in questo venerdì, e quindi, ti omaggero della prima (ed unica) copia del mio primo (ed unico) libro...
ti abbraccio, buon fine settimana.
H.
max: l'importante è che non mi molli lui...
bentrovato :)
A parte il tuo stile che cattura e avvolge, la storia di zio Nel, m'ha ricordato un mio vecchio racconto di natale che oso linkare qui di seguito: http://aitanblog.splinder.com/post/3670627
questo album di fotografie è terribilmente bello.
a leggerti, noi, si è sovraesposti al tuo continuo flash sensoriale, che spesso lascia tramortiti.
(e la canzone, per dire, io la farei cantare a samuele bersani.)
p.s.: hai visto il film cosmonauta?
aitan: :)) sono ossessionato dalla figura dello zio porco, devo ammetterlo. me lo ricordasti anche lo scorso anno in un commento a questo...
http://citarsiaddosso.blogspot.com/2007/12/killing-santa.html#comments
e ribadiso, ora come allora, che il tuo era un gran post, olè.
elena: si, sai, macchinette un po vecchie, roba tipo la laika, con quegli assurdi astucci in finta pelle marrone. Però quelle foto li, ti davano l'esatta percezione del tempo in cui venivano scattate. gli anni sessanta erano di un colore, i settanta invece avevano una certa grana. oggi con le digitali, le immagini sono senza tempo, un epoca eterna.
Quel film è una delizia autentica, anche se questo film è figlio di questa cosa qui: http://citarsiaddosso.blogspot.com/2007/02/rocket-man.html#comments
come vedi c'era solo la "canzone" avevo avuta netta l'impressione di non aver chiuso il cerchio, l'ho fatto due anni dopo. si vede che era tempo, oppure dvevo scattare ancora qualche foto... :)
Accidenti, te lo avevo già scritto...
maledetta arteriosclerosi!
sì, delizioso.
te l'ho chiesto perché ho visto che hai usato la parola cosmonauta anziché astronauta.
(i cerchi non sempre si chiudono. tanto meno quando lo vogliamo noi. però talvolta accade)
elena: e in effetti suona meglio, molto meglio. qui poi andiamo ad orecchio...
a me succede che si incastrano, come quelli dei prestigiatori da fiera, e poi non riesco più a tornare indietro.
sai il trucco tu?
può essere che per districarli ci voglia la cosiddetta calma "olimpica"?!? :)
"volare è come nuotare, basta solo dimenticare..."
allora prendiamoci per mano.
dea
dea: *
e che dico io, che sono arrivata così tardi?
:( mannaggia alla mia lentezza nella lettura ultimamente.
però è bello sapere che ci sei e stavo giusto pensando di leggermi qualcosa delle tue più vecchie, quando ancora non eravamo "amichi" :D
ti sbaciucchio
freesia: allora mi sa che devi leggere poco... :)
Ciao. Molte delle immagini del tuo blog sono stupende. Vorrei comprarle (non scherzo): sono tue? Ad esempio, il rocker/razzo è un dipinto, una statuina, un disegno o cosa? Mi fai sapere!
ivanov mordekai: quasi mai... il pupazzetto è un illustrazione realizzata appunto con dei piccoli pupazzi, poi fotografati in set appositamente costruiti da un team americano che si chiama "red nose studio" il sito è http://www.rednosestudio.com
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