il sangue ed il mosto
Lucien Freud
“…lei fuma? fa bene. Una volta uno che conosco mi ha detto che ogni sigaretta è un ora in meno di vita. Mio padre fumava tabacco arrotolato dall’età di sette anni, trinciato fine, l’ho ucciso io che ne aveva sessantatre. Lei capisce, mi fissava e poi guardava il respiratore e c’era anche un crocifisso che pendeva dalla parte sbagliata. Poi mi ha detto “non ce la faccio più” così l’ho baciato sulla fronte che sapeva di sale e ho staccato la spina. Mentre smetteva di respirare gli ho pettinato i capelli e raccontato di quella volta, quando nel tufo umido e buio mi raccontava il sangue ed il mosto con mani sagge e i gesti di sempre. Lei ha mai visto il vino bollire? immaginavo. Sono cose di ieri in fondo, come i passi dietro la porta e la spuma. Non mi sono mai fidato dei medici, ma soprattutto di Dio. Ha una sigaretta? Peccato. Sono stato io...”
8 Comments:
le conseguenze dell'amore.
elena: e come si fa a non capire?
non si vuole.
è diverso.
mai, come in questo caso si deve parlare - posto che io sono atea - di malafede.
se torno a nascere, faccio l'infermiera che porta per mano nell'aldilà chi non ha nessuno che lo faccia.
è così facile come sono facili le cose vere.
l'infermiera ero io.
amelia: è che bisogna avere il coraggio e la forza di lasciare andare chi amiamo e ci ha amato, perché glielo dobbiamo. Passare sopra al dolore altrui per egoismo, è più mostruoso dell'idea di malattia.
eh, anche il dolore, prenderselo addosso dico, si deve imparare.
bisogna farsi proprio i muscoli del dolore, anche se non vogliamo.
amelia: io non lo capisco, è al di fuori di qualsiasi ( mia) comprensione, sotto qualsiasi forma. mi adatto male, come qualsasi comune mortale.
Posta un commento
<< Home