tutti amano Brunella
Jenny Saville
il faldone gli aveva spaccato la testa in due come un cocomero. L'avvocato Reboni Adalberto di anni 52, se ne stava a pancia sotto disegnato col gesso, in una vaga posa plastica con lo sguardo perso per sempre verso il terzo volume di Diritto Pubblico nel suo ufficio. La pozza di sangue dietro la testa lo incorniciava che meglio non si poteva. Nessun segno di colluttazione. Il faldone "Rendicontazione 1998/99" se ne stava tronfio in mezzo alla stanza, pronto a colpire ancora.
"De Simone, che mi dici? nessun testimone, nessuno ha sentito niente?"
nessuno parlava, erano tutti abbottonati come le giacche. Ma pareva che con la direttrice del personale, La dottoressa Brunella Sarti, unica indiziata al momento, non corresse buon sangue. Nei corridoi le voci, parlavano di Mobbing, pare che lui , il Reboni, la volesse fuori dal consiglio di amministrazione, e dentro il suo letto, invece.
"De simone, la battuta era una merda, da lunedì, torni all'archivio con Sannazzaro, quello con l'alito al metano, quando è crepato sto poveretto?"
Adalberto Reboni, 52 anni, direttore della Reboni & Gastaldi assosciati era ossessionato da Brunella Sarti, lei era molto più intelligente di lui, e la cosa, come al novanta per cento degli uomini, lo eccitava e terrorizzava al tempo stesso. Era crepato tra le 15:00 e le 15:30. La notte chiudeva gli occhi prima di addormentarsi, e se la immaginava, la Brunella Sarti, via, via, vestita da suora, da poliziotta, da infermiera, da domatrice e da assicuratrice persino. E una volta, lei era vestita da maestra e gli diceva bacchettandolo sulle chiappe rosa maiale "domani, vieni accompagnato dai genitali". Adalberto Reboni, 52 anni, era anche uno stronzo, però. Viveva con la madre, fondamentalmente perché nessuna se lo pigliava. In ufficio faceva il buono e cattivo tempo, vessando, con l'unico potere che aveva. I soldi. E raccontando che si scopava la Brunella Sarti.
"De Simone, vammi a pigliare un caffè, ma prima dimmi quello che sai di questo Codognotto dell' ufficio amministrativo"
Andrea Codognotto, amava segretamente, o così credeva lui, Brunella Sarti da 12 anni. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarla. La notte, chiudeva gli occhi prima di addormentarsi, e se la immaginava con i capelli raccolti dietro la nuca, incitarlo durante un torneo medievale, mentre batte a colpi di mazzuola il cavaliere nero in singolar tenzone. Andrea Codognotto, era un coglione senza speranza, buono come il pane, ma irrimediabilmente fottuto, come tutti quelli che credono che la fantasia sia un poco meglio della realtà. Comunque, nei suoi sogni Brunella Sarti, aveva un neo a forma d'Africa, in fondo alla schiena. E una volta alla cena di natale ci aveva pure parlato. Le aveva offerto un pezzo di panettone, e lei gli aveva detto "grazie Alessandro" e lui dopo si era soffocato con l'uva passa.
"De Simone, il caffè era una merda, da mercoledì te ne torni Di pattuglia a Tor Bella Monaca. Fai accomodare 'sto Codognotto"
Codognotto, avrebbe detto al Commissario Landolfi, con la voce di Al Pacino, che erano insieme, che si erano visti di nascosto nello stanzino delle scope, seduti sulla vecchia fotocopiatrice, che nella foia della passione si era pure accesa. In quella mezz'ora, Brunella era con lui, avrebbe potuto giurarlo, davanti a un giudice, con la mano sinistra in alto e la destra sulla bibbia, o forse era il contrario. Poi si sfilò l'elmo a forma di scolapasta dalla testa, e timbrò con vigore la pratica Ambrosini. Contento come una pasqua.
"De Simone, Adesso interroghiamo La Brunella Sarti, che secondo me la storia dello stanzino delle scope sta in piedi come i tuoi certificati di malattia per ferragosto. Tu stai dietro le sue spalle a braccia conserte, e fa la faccia da stronzo, che ti viene bene. Mi raccomando, che se mi fai scappare da ridere, dal mese prossimo ti mando a dirigere il traffico a Bassano del Grappa"
Il Commissario Landolfi accese la lampada da tavolo, e gliela sparò in faccia, ma nemmeno troppo. Brunella Sarti, non aveva esitato nemmeno per un secondo, aveva confermato le parole del Codognotto, dietro qualche boccata di fumo denso, fino all'ultima virgola. Anche troppo. Neanche quando le aveva detto che la segretaria Cirinnà l'aveva sentita ringhiare dopo l'ultimo consiglio di amministrazione " giuro che lo ammazzo sto bastardo" aveva fatto una piega. Il fatto è che la Brunella Sarti quella mattina, nel dormiveglia si era sognata uno che era sputato ad Andrea Codognotto, che forse ci aveva parlato una volta sola alla cena di natale, e gli aveva passato un pezzo di panforte. E se lo era sognato con uno scolapasta in testa, che pareva un elmo. E a uno così, forse, gli puoi pure volere bene.
"De Simone, come sarebbe a dire che la Sarti ha delle prove che la scagionano? De Simone guarda che oggi io ci ho il culo storto, e il questore attaccato alle chiappe, se hai detto 'na cazzata ti spedisco a fare le guardie al milite ignoto di Oristano "
Le fotocopie erano sparse per terra nello stanzino delle scope, un mazzo da 55 fogli fabriano A4. Si vedevano chiaramente il culo della Brunella Sarti con un neo a forma d'Africa sulla chiappa destra, La gnocca a cespuglio della Brunella Sarti, l'uccello del Codognotto in evidente stato di erezione, le tette della Brunella Sarti, le guance della Brunella Sarti con un rovo di filo spinato al posto dei capelli corvini, la suola di una scarpa coi tacchi numero 35 della Brunella Sarti, l'ombelico della Brunella Sarti e una cosa che probabilmente era una penetrazione, anche se un po sfocata, purtroppo, e che a colpo d'occhio sembrava schiacciata contro il vetro come i sottaceti. Le prove furono mostrate a tutto lo studio associato Reboni & Gastaldi, con la massima discrezione. E dall'usciere Ranaldi al Vice direttore generale Ragusani, tutti confermarono che quella era la Brunella Sarti. Persino Madrigani, orbo da un occhio esclamò all'archivista Parrelli "Antò, tu qui ti puoi inventare quello che vuoi, ma questo qui, è un culo" La scientifica, dalla temperatura delle fotocopie e dal grado di assiccazione del toner, stabilì che la copula era avvenuta tra le 15:00 alle 15:30. Non c'erano cazzi, la Sarti era innocente.
"De Simone, vatti a preparare le valigie per la Barbagia, e fai entrare la segretaria di Reboni"
La segretaria di Reboni, Sara Cirinnà , amava Brunella Sarti da 12 anni, da quando alla cena di natale le aveva offerto un bicchiere di spumante, e lei le aveva risposto "Grazie Sabrina". La notte, prima di addormentarsi si immaginava Brunella con un gessato e le mani grandi. Perché le pareva migliore di tutti gli uomini che aveva incontrato in vita sua. Aveva sentito Reboni al telefono, raccontare nei dettagli cosa sapesse fare con la lingua. E la gelosia se l'era mangiata. Aveva lasciato le impronte sul faldone assassino, e aveva tracce di sangue sotto le unghie laccate, e aveva balbettatto per tutto l'interrogatorio, per paura, e perché questo non è un buon giallo.
"De Simone, ti promuovo maresciallo, ma levati dai coglioni che devo parlare in privato con la signorina Sarti. Signorina Brunella , per noi può andare, è libera....e un ultima cosa...una fotocopia, la posso tenere? "
"De Simone, che mi dici? nessun testimone, nessuno ha sentito niente?"
nessuno parlava, erano tutti abbottonati come le giacche. Ma pareva che con la direttrice del personale, La dottoressa Brunella Sarti, unica indiziata al momento, non corresse buon sangue. Nei corridoi le voci, parlavano di Mobbing, pare che lui , il Reboni, la volesse fuori dal consiglio di amministrazione, e dentro il suo letto, invece.
"De simone, la battuta era una merda, da lunedì, torni all'archivio con Sannazzaro, quello con l'alito al metano, quando è crepato sto poveretto?"
Adalberto Reboni, 52 anni, direttore della Reboni & Gastaldi assosciati era ossessionato da Brunella Sarti, lei era molto più intelligente di lui, e la cosa, come al novanta per cento degli uomini, lo eccitava e terrorizzava al tempo stesso. Era crepato tra le 15:00 e le 15:30. La notte chiudeva gli occhi prima di addormentarsi, e se la immaginava, la Brunella Sarti, via, via, vestita da suora, da poliziotta, da infermiera, da domatrice e da assicuratrice persino. E una volta, lei era vestita da maestra e gli diceva bacchettandolo sulle chiappe rosa maiale "domani, vieni accompagnato dai genitali". Adalberto Reboni, 52 anni, era anche uno stronzo, però. Viveva con la madre, fondamentalmente perché nessuna se lo pigliava. In ufficio faceva il buono e cattivo tempo, vessando, con l'unico potere che aveva. I soldi. E raccontando che si scopava la Brunella Sarti.
"De Simone, vammi a pigliare un caffè, ma prima dimmi quello che sai di questo Codognotto dell' ufficio amministrativo"
Andrea Codognotto, amava segretamente, o così credeva lui, Brunella Sarti da 12 anni. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarla. La notte, chiudeva gli occhi prima di addormentarsi, e se la immaginava con i capelli raccolti dietro la nuca, incitarlo durante un torneo medievale, mentre batte a colpi di mazzuola il cavaliere nero in singolar tenzone. Andrea Codognotto, era un coglione senza speranza, buono come il pane, ma irrimediabilmente fottuto, come tutti quelli che credono che la fantasia sia un poco meglio della realtà. Comunque, nei suoi sogni Brunella Sarti, aveva un neo a forma d'Africa, in fondo alla schiena. E una volta alla cena di natale ci aveva pure parlato. Le aveva offerto un pezzo di panettone, e lei gli aveva detto "grazie Alessandro" e lui dopo si era soffocato con l'uva passa.
"De Simone, il caffè era una merda, da mercoledì te ne torni Di pattuglia a Tor Bella Monaca. Fai accomodare 'sto Codognotto"
Codognotto, avrebbe detto al Commissario Landolfi, con la voce di Al Pacino, che erano insieme, che si erano visti di nascosto nello stanzino delle scope, seduti sulla vecchia fotocopiatrice, che nella foia della passione si era pure accesa. In quella mezz'ora, Brunella era con lui, avrebbe potuto giurarlo, davanti a un giudice, con la mano sinistra in alto e la destra sulla bibbia, o forse era il contrario. Poi si sfilò l'elmo a forma di scolapasta dalla testa, e timbrò con vigore la pratica Ambrosini. Contento come una pasqua.
"De Simone, Adesso interroghiamo La Brunella Sarti, che secondo me la storia dello stanzino delle scope sta in piedi come i tuoi certificati di malattia per ferragosto. Tu stai dietro le sue spalle a braccia conserte, e fa la faccia da stronzo, che ti viene bene. Mi raccomando, che se mi fai scappare da ridere, dal mese prossimo ti mando a dirigere il traffico a Bassano del Grappa"
Il Commissario Landolfi accese la lampada da tavolo, e gliela sparò in faccia, ma nemmeno troppo. Brunella Sarti, non aveva esitato nemmeno per un secondo, aveva confermato le parole del Codognotto, dietro qualche boccata di fumo denso, fino all'ultima virgola. Anche troppo. Neanche quando le aveva detto che la segretaria Cirinnà l'aveva sentita ringhiare dopo l'ultimo consiglio di amministrazione " giuro che lo ammazzo sto bastardo" aveva fatto una piega. Il fatto è che la Brunella Sarti quella mattina, nel dormiveglia si era sognata uno che era sputato ad Andrea Codognotto, che forse ci aveva parlato una volta sola alla cena di natale, e gli aveva passato un pezzo di panforte. E se lo era sognato con uno scolapasta in testa, che pareva un elmo. E a uno così, forse, gli puoi pure volere bene.
"De Simone, come sarebbe a dire che la Sarti ha delle prove che la scagionano? De Simone guarda che oggi io ci ho il culo storto, e il questore attaccato alle chiappe, se hai detto 'na cazzata ti spedisco a fare le guardie al milite ignoto di Oristano "
Le fotocopie erano sparse per terra nello stanzino delle scope, un mazzo da 55 fogli fabriano A4. Si vedevano chiaramente il culo della Brunella Sarti con un neo a forma d'Africa sulla chiappa destra, La gnocca a cespuglio della Brunella Sarti, l'uccello del Codognotto in evidente stato di erezione, le tette della Brunella Sarti, le guance della Brunella Sarti con un rovo di filo spinato al posto dei capelli corvini, la suola di una scarpa coi tacchi numero 35 della Brunella Sarti, l'ombelico della Brunella Sarti e una cosa che probabilmente era una penetrazione, anche se un po sfocata, purtroppo, e che a colpo d'occhio sembrava schiacciata contro il vetro come i sottaceti. Le prove furono mostrate a tutto lo studio associato Reboni & Gastaldi, con la massima discrezione. E dall'usciere Ranaldi al Vice direttore generale Ragusani, tutti confermarono che quella era la Brunella Sarti. Persino Madrigani, orbo da un occhio esclamò all'archivista Parrelli "Antò, tu qui ti puoi inventare quello che vuoi, ma questo qui, è un culo" La scientifica, dalla temperatura delle fotocopie e dal grado di assiccazione del toner, stabilì che la copula era avvenuta tra le 15:00 alle 15:30. Non c'erano cazzi, la Sarti era innocente.
"De Simone, vatti a preparare le valigie per la Barbagia, e fai entrare la segretaria di Reboni"
La segretaria di Reboni, Sara Cirinnà , amava Brunella Sarti da 12 anni, da quando alla cena di natale le aveva offerto un bicchiere di spumante, e lei le aveva risposto "Grazie Sabrina". La notte, prima di addormentarsi si immaginava Brunella con un gessato e le mani grandi. Perché le pareva migliore di tutti gli uomini che aveva incontrato in vita sua. Aveva sentito Reboni al telefono, raccontare nei dettagli cosa sapesse fare con la lingua. E la gelosia se l'era mangiata. Aveva lasciato le impronte sul faldone assassino, e aveva tracce di sangue sotto le unghie laccate, e aveva balbettatto per tutto l'interrogatorio, per paura, e perché questo non è un buon giallo.
"De Simone, ti promuovo maresciallo, ma levati dai coglioni che devo parlare in privato con la signorina Sarti. Signorina Brunella , per noi può andare, è libera....e un ultima cosa...una fotocopia, la posso tenere? "
a Brunella Saccone, per gioco, e alle alchimie nascoste dietro i pixel, grazie a Dio.
15 Comments:
io adesso voglio dire che è una delle cose più belle che hai scritto.
e che mi sento una specie di...di...vabbè, lo dico un'altra volta.
e poi quel dettaglio di piede 35 è troppo realistico per non essere vero.
e poi ti punirò con una (vera falsa) intervista, quando meno te lo aspetti.
(vieni accompagnato dai genitali è mondiale!)
io adesso voglio dire che è una delle cose più belle che hai scritto.
e che mi sento una specie di...di...vabbè, lo dico un'altra volta.
e poi quel dettaglio di piede 35 è troppo realistico per non essere vero.
e poi ti punirò con una (vera falsa) intervista, quando meno te lo aspetti.
(vieni accompagnato dai genitali è mondiale!)
E chi l'ha detto che non è un buon giallo?
(che poi, se tutti amano Brunella, un motivo ci sarà)
brunella: vabbè, sei commossa, ma solo perché qui c'è il tuo nome... :)
e ti senti una specie di?...
riccionascosto: Lo dico io, perchè so tutte le "magagne" nascoste nelle cose che scrivo...
tu sei pazzo, e mi piaci un sacco.
Alice: le due cose sono collegate in qualche modo? benvenuta...
Magistrale!
Il "grazie Alessandro" detto ad Andrea Codognotto è quanto di più lacerante e crudele potessi dire (e non lo avrei replicato per la segretaria, perché quasi ne sminuisce la perfidia...).
Concordo con Brunella nel dire che anche per me è una delle cose più belle che abbia mai letto scritte da te.
Applausi in piedi.
Alessandro
te lo divo dire proprio, eh!
la signorina Silvani di Fantozzi :-D
magistrale, come sovente capita in questo loco, anche la struttura del narrato
(détto con la voce del critico roso dall'invidia ;o))
blualessandro: Intanto grazie, e poi si, è vero, ma mi piacciono i tormentoni, li trovo sempre così divertenti. e poi dava alla figliuola una "svagatezza" che me la rende distante e simpatica al tempo stesso. Ma poi come quasi sempre succede, molte delle scelte sono ad istinto, per non dire casuali...
Flounder: :) basta che non c'hai un pechinese che si chiama Pierugo...
Aitan: :) Don Aità, e non vale, voi qui mi fate sentire bravo...
davvero geniale e divertente ...;)
Alpan
alpan: che foto che t'ho fatto...
"accompagnato dai genitali" me la rivendo. mi piace quello che hai dentro e che condividi. come sempre.
dea
Mi è piaciuto un fracco. Tu potresti scrivere la lista della spesa e renderla piacevole. Come Mina, se la cantasse.
silvia: ho sempre sognato di cantare con mina... (grazie)
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