la giacca
pensavo che bastasse disegnarla una finestra, deve essere l'amianto nella fodera, per tutti quei pensieri ignifughi pieni di lana di vetro e misto cotone, o per il pezzo di legno che mi cacciate sotto la lingua ogni volta benedetta. Uscire da questa giacca, chiuso nei gomiti nudi con le toppe, a ricordarmi della tettona che lavora al caffè, e il caffè lo fa da schifo a dirla tutta, però, mi porta sempre la bustina dello zucchero e poi mi sorride e ricorda il mio nome. E allora capita che ne bevo dodici in un giorno e non chiudo occhio tutta la notte, e allora mi dite che vi rompo i coglioni, che leggo ad alta voce, che non ho età. E allora stringete bene dietro la schiena, dove c'è il cuoio delle vertebre, la taglia stinta della prigionia, il dolore salato della bella stagione, uno stomaco contro i bottoni. Roba da poco, tasche e bocche cucite come le confessioni, dentro le costole, arreso al velluto. Sento il respiro grosso di chi è nascosto nell'armadio e nessuno lo cerca. Senza le tue stampelle di legno queste spalle sarebbero senza premure, e non è per dire ma due maniche sono troppe per chiunque, figurarsi un buco per il collo. Credevo che bastasse disegnarla una finestra, la targhetta che mi graffia il collo recita a soggetto: 70% acrilico, 23% senso unico di colpa, taglia corto mi dico, succhiando naftalina, che tutto ha un prezzo, anche essere nei tuoi panni, in saldo.
“ voleva un pensiero felice, o almeno, con una lima dentro”
22 Comments:
tu mio caro, non sei certamente un vestito che può andare in saldo, troppo pregiato... e non azzardarti a contraddirmi...
Niobe
"Sento il respiro grosso di chi è nascosto nell'armadio e nessuno lo cerca".
Io invece sento il respiro accennato di chi è nascosto in quello che scrive, tutti lo cercano ma lui continua a nascondersi, e a scrivere di giacche che non indosserà mai, perchè, come dice Niobe, non è di saldo che si parla ma di capi da boutique.
che infatti poi uno non per niente se mette quei giacchetti da pescatore pieni di tasche dove mettere matite per disegnare finestre o tenere al caldo un tot di premure.
commento confuso del lunedì mattina. sorri samanta.
:)
finalmente sei nella giacca.
aspettavo questo momento.
so che non ti sbottonerai comunque.
anche da dentro una giacca "sprigioni" parole che "liberano" la mente....
ti abbraccio
Alpan
Leggere quello che scrivi è come entrare in un labirinto di emozioni e non volerne uscire più.
niobe: tu non hai occhio per i dettagli, guarda bene le cuciture...
daniela: roba in disuso, da soffitta...
ceciarelses: quante tasche, forse troppe? "come sei vestito?" "male" :)...
p.s.
adoro i commenti confusi del lunedì mattina.
amelia: :)...odio le cerniere lampo, però.
stewe miles: benvenuto.
alpan: perchè ci ho un taschino di sicurezza io.
amoilmare: grazie, ma, meglio entrare o uscire? :)
E' meglio entrare.
Se non altro c'è l'effetto sorpresa :)
ti dice male caro mio, io guardo sopratutto i dettagli e le cuciture sn la mia passione...
Niobe
uscire da questa giacca.
se ci si è entrati è impossibile
perché poi ci sono gli odori.
inequivocabili.
una sorta di matrice genica che verrà archiviata e che verrà riconosciuta ogni qual volta che.
e comunque a me sembra di avere solo limette dentro.
e non vai da nessuna parte con quelle.
amoilmare: la sorpresa è per chi ci vede entrare...
niobe: Miobe!
elena: è vero, a questo pezzo mancava l'olfatto.
amelia: per fare una lima quante loimette ci vogliono? il che mi porta a pensare che se smettessimo di rasparci le unghie, probabilmente saremmo più liberi...
Ci sarebbe da conservare le targhette, quando si butta tutto via. E provare a indovinare di ciascuna la provenienza esatta, la sensazione del tessuto, e da cosa quella giacca là ci ha coperto le spalle.
SmokingP
sono le unghie che graffiano noi. non il contrario.
smokingpermitted: vero, e, ricordare o non dimenticare? questo è il post delle domande...
le mie targhette sono tutte stinte però.
amelia: per questo qualcuno le lima, e qualcuno no.
un saluto volante. un bacio.
che qua il reale mi sta travolgendo e non ho più nemmeno il tempo di respirare.
flounder: ossigeniamoci, stravolgiamoci, e per carità di Dio torna a scrivere. baci.
non c'è niente di certo in quello che dici.
ma sarebbe strano il contrario.
La penso anch'io come Daniela "Io invece sento il respiro accennato di chi � nascosto in quello che scrive"
e quello che scrivi mi piace.
Ciao a tutti
amelia: vero, abbiamo bisogno di dubbi, non di certezze.
ildemansionato: benvenuto, e grazie degli apprezzamenti. in verità, non scrivo di me qui, mai. Racconto piccole storie niente che mi riguardi. ecco, non mi riguardo, ma guardo.
leggere l'intero blog, pretty good
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