giardino di ferro
Eugene Smith
La luna è un unghia, la notte un pezzo di carta vetrata . Le stelle invece non le vedo, ho due cocci di vetro poggiati sul naso, buoni per cercare il nemico, non per guardarsi le spalle. Il ragazzo di Napoli con la faccia da bambino mi ha chiesto di portare una lettera in bocca, di tornare a casa. E ieri, è un cane senza coda che piscia sulla mia quercia. Ci penso sempre, un tempo, ho avuto un granaio che voleva essere pane, e una rosa che tradiva. Poi ho conosciuto un cipresso che non voleva essere bara di sconosciuti, un carciofo giudìo che voleva essere fiore in un occhiello, una quercia convinta di essere il pesco di Napoleone e una zolla che guardava tutti dall'alto in basso. Voglio solo tornare a mettere trappole per conigli di pezza, toccare il culo alle donne per la strada e poi chiedere il prezzo, e voglio pure accecare i passanti con gli specchietti per le allodole. Vorrei un caffè. Il ragazzo di Napoli si muove a scatti sul suo tamburo di latta. Tengo la sua lettera in bocca, come un cane. Ho un avancarica col calcio in legno poggiata alla spalla destra, pronta a sperare. L'infermiera fruga sotto le lenzuola, tra le mie gambe ferme, sorride sotto la croce nel berretto. Io, non sento più niente.
14 Comments:
Voler tornare a mettere trappole per conigli di pezza...
ed accecare i passanti con gli specchietti per le allodole...
ma trovarsi a guardare gli occhi dell'infermiera senza guardare
e con un'avancarica pronta a sperare....
molto bello...ed intenso....;)
Alpan
questa notte, alle 3.45 circa, la luna era un'unghia davvero.
laccata di rosso bruno e con la french manicure.
il granaio che voleva essere pane è un'immagine calda e generosa.
quando non si sente più niente, per un pò c'è solo il passato..
amoilmare
alpan: non so, potremmo dibbattere io e lei sul "vedere" e "guardare"? ci ho pensato assai dopo averlo scritto. e pure un po prima. come spesso capita nei miei post, c'è un vedere altro davanti a realtà inaccettabili. Ma è un astrazione che non salva, cazzo.
elena: ne avevo scritte altre, e poi, sembrava una fiaba sghemba.
amoilmare: hai visto "il mare dentro"?
solo una delle scene finali, e mi è venuto da piangere.. non l'ho ancora voluto vedere per ragioni personali, ma lo farò, presto spero.
amoilmare
amoilmare: allora mi dirai...
vorrei non sentire niente. essere un albero.
niente, magari non c'entra niente. ma qualche volta invidio le betulle.
e questa cosa che hai scritto è silenziosa.
amelia
amelia: è sorda...
di una tristezza visceralmente intensa...
Niobe
bentornata nio..
grazie :), cmq l'immagine mi inquieta... da morire
Sempre Niobe
nio: lo è, come credo lo sia il pezzo a suo modo. quella foto è una "tensione". Nel movimento, nella sospensione dei gesti, e in quello che rappresenta. Lui, è uno dei più grandi fotografi e fotoreporter di tutti i tempi.
ps:
http://www.fotolibri.it/fotografia/il-senso-dell-ombra.html
Vorrei essere il culo della donna cui le parole tue accarezzano il culo per la via, senza esigere prezzo
rita: rita, questo commento è la prima riga di quello spartito...
grazie, davvero.
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