Tornando, ieri, mi sono fermato a pranzare al mare. Un lungo pontile sull'acqua e una casetta in stile liberty poco sotto Capalbio. Mentre ordino linguine allo scoglio mi accorgo che in questi giorni non mi ha cercato nessuno. Poi guardo meglio e mi rendo conto che l'ultima telefonata è del venti di aprile, l'ultimo messaggio dice "Buon Natale" ma non so di chi è. Dunque è così che succede, smetti di andare di moda. Semplicemente, passi, come questa estate. Ecco perché da un po' misuro i miei viaggi in minuti, anziché in chilometri.
E di certe estati in effetti, sono rimaste solo le cicale e le code ai caselli, le infradito no, quelle non le ho mai portate, mi segano il dito in mezzo e poi bestemmio. Poi fanno quel rumore quando ti sbattono sul calcagno, e tutti sanno che sta arrivando uno con le infradito, e non è bello. non c'è più nemmeno il cono palla, hai presente? quello con la granella sopra, o quel gelato a forma di piede e le stuoie anche. E nemmeno tutte quelle cose che stanno in certe canzoni del Baglioni. Adesso per lo più giro da solo, scatto foto dal basso, soprattutto, che l'autostima si vede anche da come piazzi il cavalletto. Giro per queste piazze vuote e dico anche buongiorno, di tanto in tanto, anche se pare che come il cono palla, non vada più di moda. E poi le strade statali, con le insegne piegate che non sei mai sicuro di dove stai andando, almeno finché non trovi un pontile sul mare, e hai fame.
Ma comunque l'aria è improvvisamente fresca, le linguine stupefacenti, il giornale sulla sedia accanto parla di cose andate, e in fondo c'è un juke box. Premo H-12 e parte "Strada facendo" il cameriere si avvicina e mi chiede:
"Desidera altro? Tartufo affogato al caffè, oppure un gelato, lo facciamo noi, sa..."
"Io, vorrei un cono palla..."
e lui fa: "Arriva subito."
Oh un buco spazio temporale
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