[piccole cronache senza vergogna / ventidue]
"Rubare mi piace, da un senso di onnipotenza. L'età, il sorriso, le speranze, la fede, l'amore, non sono cose che la gente perde, come spesso fa comodo credere. Me le prendo io, le rubo. È così facile sai, come sfilare dolci a un ragazzino". Vita, lo dice disegnandosi gli occhi con un trucco appena marcato, come per ogni gioco di prestigio ben riuscito. Poi, aggiustandosi un ricciolo: "...Ma per rubare l'innocenza non servono caramelle. Basta uno sguardo". E si volta.
2 Comments:
splendido
Messer
leggerti è sensi[bilmente] un'emozione, sempre. Inoltre saper rubare, altresì io direi “leggere” le tracce [memorie] così come le emozioni che le persone nutrono, le espressioni che indossano, direi di sì che è un “potere” ma legale, onesto, è il dono, la capacità di chi sa guardare e custodire.
“Ma per rubare l'innocenza non servono caramelle. Basta uno sguardo” bella, bella, una frase questa che narra, rievoca, descrive, incanta, ghermisce...
sarai pure un ladro, ma gentiluomo
p.s.
bellissima anche la foto, che non so forse è studiata, la sensazione però è quella di essere stata carpita... trafugata, e si sposa quindi meravigliosamente con l’atmosfera “furtiva” del post :)
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