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lunedì, settembre 24, 2018

[il corpo del reato]












"Amore è l'atto che trasforma il suo oggetto da cosa in persona."  Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, 1977/92


"Giri giri commissario, che se non si scioglie bene lo zucchero il caffè resta amaro, giri ancora, sù..."

Caponegro girò il cucchiaino a lungo nella tazzina del caffè, poi diede due colpetti sul bordo e lo porse alla Signora Silvana Borgomastro Strozzi, anni ottantadue, pensionata e vedova di Calibano Cosimo, generale dei Carabinieri. La Signora Borgomastro Strozzi era la sua dirimpettaia, grande appassionata di gialli, aveva il vezzo delle investigazioni condominiali, che finiva sistematicamente per raccontare a Caponegro che in qualche pausa Caffè si divertiva ad assecondare per affetto e perché in fondo la signora Strozzi aveva delle sgangherate ma indubbie qualità investigative, senza contare che ogni volta che faceva la crostata con le visciole e la ricotta gliene portava mezza. Comunque tra i casi più clamorosi risolti negli ultimi mesi dalla Strozzi c'erano il gatto scomparso del geometra Carilli finito in un condotto di scarico e l'avvelenamento del cane di Don Ciccio Mastracca ad opera del vicino con delle polpette alla stricnina e va detto a parziale discolpa del vicino, che il cane in questione era il più stronzo mai visto al Mandrione.

"Allora, signora Strozzi, beva il suo caffè, tiri un bel respiro e mi racconti di nuovo 'sta storia del tappeto persiano, ma con calma e senza mangiarsi le parole, che fino ad ora non ci ho capito una beata mazza, su...."

"Dunque, mercoledì, come faccio ogni sera prima di coricarmi mi sono preparata una tisana al tiglio e finocchio e mentre sorseggiavo scambiando due chiacchere con la buonanima di mio marito..."

"Ma suo marito non è morto dieci anni fa?"

"Si ma io prima di andare a dormire mi metto davanti alla sua foto ed ho l'abitudine di raccontarlgi la mia giornata, sa, cose di vecchi, commissario... comunque mentre sorseggio la mia tisana sento delle urla provenire dalla villetta dell'ingegner Tricarico quella proprio di fronte alle nostre finestre, ora non è che volessi farmi gli affari loro commissario, ma questi urlavano così forte che non ho potuto fare a meno di ascoltare, così scosto la tenda e vedo dalla finestra il ragioniere e sua moglie, litigare furiosamente, o meglio lei urlava e lui in angolo della stanza sembrava quasi intitmidito, lei gli puntava un dito contro ed era rossa paonazza che pareva una mazzancolla..."

"E cosa gli diceva la mazzancolla al Tricarico?"

"Io proprio tutte le parole precise non le ho capite, ma quella ripeteva di continuo "Porco e schifoso" secondo me ha scoperto che lui le metteva le corna."

"Va bene, la signora Tricarico strillava come una pojana, e poi?..."

"E poi è calato un lungo silenzio, io ho dovuto farmi un'altra tisana che nel frattempo s'era fatta fredda e dopo aver dato la buonanotte alla buonanima del mio amato Cosimo, mi sono affacciata di nuovo per vedere che aria tirava, vedo così che in casa le luci sono tutte spente, e all'improvviso la porta della villetta che si apre e l'ingegner Tricarico es cesul pianerottolo con un cappotto col bavero alzato e un cappello sulla testa che manco un agente del mossad, poi da uno sguardo a destra, uno a sinistra e si dirige verso la macchina parcheggiata nel vialetto, apre il cofano torna verso la porta di casa e comincia a trascinare fuori dal buio, un grosso tappeto persiano arrotolato, se lo carica sulle spalle e poi lentamente lo lascia cadere nel cofano dell'auto. Lo chiude, , si siede al posto di guida, esce dal vialetto e si dirige col suo triste bottino in direzione Via Casilina..."


La Vedova Borgomastro Strozzi chiuse enfaticamente la frase fissandolo in lungo silenzio come a dire: "Se non ci arrivi da solo, scambiamoci di posto che così ti stai fregando lo stipendio."

Caponegro invece appoggiò i gomiti sul tavolo e disse:

"Embé?"

"Ma come embè? Commissario, le dico che dentro al tappeto c'era un corpo umano..."

"E lei che dentro al tappeto c'era un corpo da cosa lo deduce?"

"Dal fatto che da uno dei due pertugi usciva fuori una mano."

"Si ma dico, il movente? Cioè questo si incazza dopo una banale discussione e fa fuori la moglie così? Se avessi dovuto uccidere una donna dopo ogni discussione avuta, a quest'ora mi avrebbero condannato per strage e crimini contro l'umanità. Le corna, mi sembrano un movente deboluccio, quindi la domanda è: perchè?

"Ma come perché? Ma lei lo sa chi è la moglie di Tricarico?"

"No, chi è"

"Ossantiddio ma lei proprio niente sa? Lei è la vedova Ginolfi, quello dei motoscafi e delle barche a vela, pensi che aveva fatto un motoscafo in legno anche a Gianni Agnelli, Tricarico disegnava progetti per lui, al cantiere un giorno conosce la signora e scocca la scintilla, già allora si diceva che avessero una storia, poi capita che Ginolfì toglie il disturbo per un difettuccio alle coronarie e così, dopo un paio d'anni si sono sposati. Quello lì, se la moglie lo lascia, perde una barca di soldi, tanto per restare in tema nautico, invece questo figlio di buona donna la uccide, occulta il cadavere, denuncia la scomparsa e fra quattro cinque anni quando la dichiareranno morta sarà lì a godersi il bottino. E guarda caso, da mercoledì, della signora non c’è traccia…E ora mi dica che il discorso non fila... mi dia retta commissario , quello l'ha ammazzata e poi si è sbarazzato del corpo buttandolo da qualche parte, magari in una discarica o in un inceneritore""

"Certo, chi non ha un inceneritore a portata di mano, due giri di raccordo e uno aperto lo trovi sicuro..."


Caponegro congedò la Signora Strozzi dicendole che avrebbe fatto una visita all'ingegner Tricarico più per tenerla buona che per altro, ma tornando a casa, più ci pensava e più si convinceva che la Strozzi, a furia di non farsi i cazzi suoi, alla fine un delitto rischiava di risolverlo per davvero, la sua storia tutto sommato filava. E poi, cominciava a divertirsi. Chiamò de Simone che era di turno per la notte e gli chiese di recuperare e controllare tutte le registrazioni delle telecamere di sorveglianza che potevano aver intercettato l’auto di Tricarico nel pomeriggio di mercoledì e di reperire i tabulati telefonici per vedere a quali celle si era agganciato l’ingegnere durante il tragitto per il probabile occultamento del cadavere.

“C’hai 24 ore De Simò, se no te sbatto a Mondragone a fa l’agente penitenziario.
E De Simone fece un buon lavoro, l'auto di Tricarico aveva imboccato Via Casilina in direzione raccordo anulare ripresa da una telecamera di sorveglianza di una banca , poi una ripresa delle telecamere dell'Anas lo vedeva imboccare il casello dell'autostrada Roma- l'Aquila e una seconda ancora all'uscita per San Cesareo, poi da lì nulla almeno finché il suo smartphone non aggancia una cella in località Monte Ravello.

"De Simone, che cazzo ci sta a monte Ravello?

"Commissà, niente, quattro case in croce, però c'è una buonissima trattoria dove si mangiano ancora le polpette di bollito.


Caponegro s'illuminò d'immenso.

-Ci vediamo nel pomeriggio De Simò.

La trattoria l'aveva trovata subito, anche perché a parte il bar, una casa cantoniera e una pompa di benzina in disuso a Monte Ravello non c'era praticamente altro e poi l’insegna “Da Nando” non lasciava troppi dubbi. Il proprietario era seduto fuori dalla porta e stava leggendo un corriere dello sport dell'anno prima.

- Non vorrei darle una notizia traumatica ma Totti s'è ritirato n’ anno fa, me dispiace.

- Ce lo so, ce lo so, è che la Roma senza Francesco non è più la Roma dottò, allora me leggo i giornali dell'anno scorso, così me pare che ce sta ancora e me sento mejo.

- M’hanno detto che fate le polpette di bollito qui.

- Hanno detto giusto.


Tagliò a metà la prima, panatura perfetta, dorata come il fieno, appena croccante fuori e morbidissima dentro, quando infilò la forchetta in bocca, partì l'inno alla gioia di Beethoven con la direzione di Von Karajan e tutto il coro della Wiener Philharmoniker. Poi sentì la voce di sua madre che lo chiamava da lontano "Ruben, Ruben! Sali che è pronto..."
-Si?

-Allora ‘ste polpette, come so'? L'oste lo fissava appoggiato a una seggiola con una parannanza con scritto "Chi non beve con me, peste lo colga".

-Stupefacenti, mia madre le faceva così. C'è pure la scorza di limone grattugiata...

A Caponegro veniva da piangere, l'oste sorrideva tronfio con il petto in fuori, e gli porse pure un piatto di coratella.

-Questa je la offro io dottò, che vedo che lei è n'intenditore.

Anche la coratella era commovente e il vino bianco era andato giù per il gozzo che era una bellezza. Allora chiese:

-Il vino pure lo fate voi?

-No, non più, il vino viene dalla toscana, c'ho 'n cuggino che c'ha una piccola azienda agricola, ma anche le materie prime vengono da fuori, una volta si era tutta robba nostra, ma poi hanno scoperto quella merda di discarica abusiva, ed è uscito fuori che forse il terreno era inquinato, hanno cominciato a parlarne i giornali e qui è finito tutto, in un paio d'anni di Monte Ravello non è rimasta traccia. Manco er benzinaro... E allora anche noi, nel dubbio, abbiamo cominciato a comprare la materia prima altrove.

-E questa discarica dove sarebbe?

- A du' chilometri, segua le indicazioni per passo cupo e se la troverà davanti, era 'na vecchia cava de terra rossa, quando la cava s'è esaurita hanno cominciato a buttarci roba dentro e non se so' più fermati. è transennata da almeno sei anni, dovevano bonificarla ma poi hanno cominciato a rimpallarsi le responsabilità tra provincia e regione, e alla fine se la semo pijata tutti 'nder culo.


Anche senza indicazioni alla cava sarebbe comunque arrivato seguendo il tanfo, l'aria era irrespirabile da almeno un chilometro. Fermò l'auto e scese, una nuvola di gabbiani prese a roteare in aria come avvoltoi. Poco distante, una prostituta se ne stava seduta su una sdraio, con tanto di ombrellone, thermos con il caffè, ascoltando musica da una vecchia radio che teneva sulle cosce.

-Salve.

-Ciao Belo uomo, sono vendisinque euri.

-Va bene.

Lei fece per alzarsi, ma Caponegro la fermò con un gesto della mano.

-Solo parlare però.

-Solo polisiotti e vedovi pagheno per parlare.

-Non sono vedovo.

-Ma Io ho permeso di soggiorni.

-Non me ne frega un cazzo del tuo permesso di soggiorno, li vuoi sti venticinque euro o no?

-Si.

-Ooooh, bene, vedi che ci intendiamo noi due. Come te chiami?

-Fatou.

-Bene Fatou, te vieni qui tutti i giorni?

-Si trane che domeniga.

-Me pare giusto. Senti Fatou, fino a che ora lavori qui?

-Io lavori fino a ghe c'è luci, e quando va via, bruc i copertoni…

-Hai visto qualcuno, venire qui di recente a scaricare roba nella discarica?

-Oh, si tanti genti viene, buttino lavadrisci, frigorifiri maderassi, tutti i giorni...

-Ecco, mercoledì, per caso, hai visto un uomo con una macchina grigia buttare qui un grande tappeto?

Scoprì i denti bianchissimi e per la prima volta sorrise.

-Si! Io ricordo lui, perché tappeto molto grande e perché lui quando andado via piangeva"

Caponegro aprì il portafogli e tirò fuori una banconota da cinquanta euro. Poi disse:

"Fatou,vai via da qui, quest'aria è marcia e malata, non è roba per una bella ragazza come te, finirà per ucciderti"

"Se Dio mi voleva viva, polisiotto, no faceva vivere a me questa vida. Non è l'aria che mi uccide, credime"

Fatou aveva indicato un punto preciso della discarica, Caponegro scavalcò la transenna, con un fazzoletto davanti alla faccia, fece una ventina di passi e si trovò in un largo spiazzo dove stavano accatastate pile di copertoni , latte di olio per motori e alcune carcasse di automobili carbonizzate. Da uno dei finestrini posteriori si sporgeva la sagoma di un grosso tappeto arrotolato da cui spuntava una mano che penzolava nel vuoto.

"Cazzo" pensò, la vedova Borgomastro Strozzi ci aveva visto giusto. E forse a ben pensarci, come superiore sarebbe stata di gran lunga meglio di quel coglione del questore Santolamazza. La promosse sul campo e poi chiamò Tozzi della scientifica.

"Tozzi, sono Caponegro, stò alla discarica abusiva di Monte Ravello, qui abbiamo un cadavere di donna avvolto in un tappeto, probabilmente un omicidio.... ma che vuoi contaminare, siamo in una discarica tossica....Si, si, si non tocco niente stai tranquillo, te e le tue scene del crimine di stocazzo..."
Dietro il nastro rosso e bianco vedeva Tozzi seduto sui talloni armeggiare con il tappeto e scuotere la testa, altri due vestiti come astronauti stavano con le mani sui fianchi e la bocca aperta come se avessero appena trovato un marziano viola. Tozzi si sfilò i guanti con un gesto di stizza poi disse:

"Vieni vieni Caponegro, vieni a vedere, che stavolta ti fanno vicequestore, come minimo..."

e i tre scoppiarono a ridere.

"Che cazzo ridi Tozzi, io capisco che a furia di vedere morti te sei abituato, ma cristo esageri, te..."


Quando fu arrivato ad un passo dal tappeto, Tozzi prima aprì un lembo della stoffa, facendo scivolare fuori una ciocca di capelli rossi della poveretta, poi con un gesto improvviso, di scatto, la scoprì del tutto, gridando:

"Eeeeet voilà!!!

"Ma che cazz..."


Tozzi rideva fino alle lacrime, gli altri due presero a sfilarsi la tuta bianca asciugandosi gli occhi con le maniche. Caponegro stava dritto in piedi davanti alla vittima senza dire una parola, pietrificato, immobile.

"Caponegro, ma te ce l'hai una vaga idea dei soldi che mi devi dare per non far uscire questa cosa al commissariato? no davvero, dimmelo, lo sai? Ti prenderanno per il culo per anni, ma se vuoi possiamo metterci d'accordo, posso venirti incontro, in fondo ci conosciamo da quasi venticinque anni.... quanto prendi te...?"

E riprese a ridere senza freno, né ritegno.

"Vaffanculo Tozzi, Vaffanculo."
E va bene, vi dico com'è andata la cosa, probabilmente, ma fatemi il favore di non raccontarlo in giro, che nel mio piccolo c'ho una reputazione io. Nel tappeto arrotolato, c'era una bambola. Una di quelle bambole per il sesso che vendono in rete, così ben fatte e realistiche da sembrare vera, sempre a patto di spendere molti soldi e di volerci credere, soprattutto. Le cose quindi, sono andate probabilmente così: La signora Tricarico, scopre che il marito, in sua assenza si trastulla con una bambola dalle fattezze umane e dai capelli Rossi, che per comodità di racconto, chiameremo Tamara. Disgustata e mortificata dalla scoperta, discute con il marito, obbligandolo a disfarsi immediatamente della bambola. Poi, se ne va di casa per qualche giorno, in attesa di prendere decisioni ulteriori e di farsi passare il disgusto. Il Tricarico, non sapendo come "occultare" il corpo della povera Tamara senza farsi vedere decide di avvolgerla in un tappeto e caricarla auto, andando poi a disfarsi del "corpo del reato" in una discarica abusiva subito fuori Roma.


Ecco, questa storia insegna diverse cose, la prima è che non sempre quello che sembra è quello che è, per fortuna. Ma anche che non farsi mai i cazzi propri può essere fonte di ragguardevoli e roboanti figure di merda, prova ne è la cena che dovrò pagare da Benito al Bosco a quel testa di minchia di Tozzi per non farmi sputtanare con tutto il commissariato di Via del Mandrione. E però ci sono anche alcune cose buone che restano, come il sapore delle polpette di bollito, l'inno alla gioia di Beethoven e aver sentito ancora una volta la voce di mia madre che mi chiama dal cortile per la cena.


Solo una cosa resterà per sempre senza risposta, e sono le lacrime di Tricarico mentre viene via dalla discarica dopo essersi liberato della bambola. E forse, è meglio così.

2 commenti:

  1. Anonimo5:30 PM

    Ciao a tutti. Avevo il cuore spezzato perché avevo un pene molto piccolo, non bello da soddisfare una donna, avevo così tante relazioni interrotte a causa della mia situazione, ho usato così tanti prodotti che ho trovato online ma nessuno poteva offrirmi l'aiuto che cercavo. ho visto alcuni commenti su questo dottore chiamato Chief Dr Wealthy e ho deciso di inviargli un'e-mail su: wealthylovespell@gmail.com, così ho deciso di provare il suo prodotto a base di erbe. gli ho mandato un'e-mail e mi è tornato in mente, mi ha dato alcune parole di conforto con la sua crema alle erbe per l'allargamento del pene. Entro 1 settimana da lì, ho iniziato a sentire l'ingrandimento del mio pene ", e ora sono solo 2 settimane di utilizzo del suo prodotti il mio pene è di circa 9 pollici più lungo e forte. Sono così felice .. mi sento libero di contattare il capo Dr Wealthy sulla sua e-mail: wealthylovespell@gmail.com o puoi anche chiamarlo sul contatto dell'app Whats +2348105150446

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