giovedì, settembre 27, 2012

l'inquilina [esitation]






















Jack Vettriano

Sei in ritardo con l'affitto, versi il caffè sul tavolo, le chiavi non sono dove le hai lasciate, pare. Ma la cartamusica ha le cose che vorresti, indelebili come gli scontrini che stingono nelle tasche, e quelle cose che aspetti, sai, come le note giuste, oppure che lei si volti a guardarti mentre torni sui tuoi passi, se proprio si deve. E li, nelle pause vuote tra una parola e l'altra, in mezzo alle prese di fiato delle virgole, piccole esitazioni d'inchiostro, ci sono tutte le cose che ancora non ti ho detto. Le chiavi, sono dove le hai lasciate, sotto un vaso col basilico. Sei in ritardo con l'affitto. Eppure, mi abiti.

lunedì, settembre 24, 2012

brothers


















[Ieri ho visto "Il Cavaliere Oscuro" e mi sono ricordato di questa mia cosa di qualche anno fa, per chiunque abbia un poco di pazienza]

Jack
io ci ho provato Bruce. Inevitabile. E' andato tutto storto. cerco un giorno perfetto, me ne basterebbe uno solo, uno senza cerone né giacca viola, senza cicalino, senza sorridere. Da un po' di tempo mi succede una cosa strana, dopo averli ammazzati li guardo con tenerezza, come si guardano i figli. A qualcuno accarezzo i capelli. Mi ricordo del passero dalle zampe di stecco, ogni dito una carezza, abbassava la testa nel nero degli occhi di spillo, io poi, ho stretto. E tu, Bruce, tu che ne sai della paura del buio? Il venditore di liquori mi guarda e mi riconosce. Si, sono io, con i guanti bianchi e l'acido solforico nel girasole all'occhiello. La pistola con la canna da un metro fa sempre il suo porco effetto, il nano vestito da clown e la donna storpia alle mie spalle fanno il resto. E' finito tutto Bruce, sono un Buffalo Bill al circo delle pulci, una santa reliquia sconsacrata, una tagliola nella soffitta. Dove siete finiti tutti quanti. Sono l'unico che si ricorda di te. Mi dice che in cassa ci sono solo 70 dollari, la mia smorfia funziona ancora, gli mostro il dopo con un sorriso: la carta senza segni, un impiccato, una gola senza voce, un grammofono in mezzo al fango, sua madre in un manicomio, suo padre che lo cerca, il suo respiro sotto il letto. si mette in ginocchio adesso, e si piscia addosso come un bambino in mezzo alle bottiglie di bourbon e alle riviste porno macchiate nel mezzo, e tira fuori 5 dollari dal suo portafogli, il prezzo della pietà. Lo senti Bruce? questo è il buio, un segaiolo alcolizzato con una pistola da circo incastrata in mezzo ai denti, un morto che prega, un uccello con le zampe di stecco. Il buio costa settantacinque dollari, e io ti aspetto, Bruce.



Bruce
Io ci ho provato. Dovrò far visita al tizio della sartoria. La calzamaglia è troppo stretta, o forse sono io. E' finito tutto Jack, è cinema muto, stare appeso alla scala anti incendio per ore. Aspettare. Mi fanno male le braccia e la schiena, faccio rumori di ferro, come i relitti, ho il sapore del sangue nella bocca, piove. Abbiamo avuto il nostro momento Jack, abbiamo giocato alla vita e la morte per tutto il tempo che ricordo. I ragazzini ad halloween indossano costumi migliori, e nessuno ha più paura di un uomo vestito da topo, ne di me, che bambino non sono stato mai. Il tizio del negozio di liquori si sta masturbando nel retrobottega dentro l'ultimo numero di "Busty Bitch" e non sa che sta per morire. Ti vedo da qui, fai la tua entrata da avanspettacolo, digrigni il tuo avorio per il terrore, la tua giacca sembra nuova. Cristo, Siamo stati leggende jack, nessuno dovrebbe finire in questo modo, meritavamo i titoli di coda e un uscita di scena. Sono l'unico che si ricorda di te. Ti sento ridere, come solo tu sai. Entro dal retro, l'interfono suona "Mr. sandman". Qualcuno prega, la donna storpia ti gracchia "ammazzalo Jack", il nano vestito da clown sfoglia "Freak" e si eccita. Tu, mi senti e ti volti. Sei coperto di cerone e di sangue, e ridi con in un pugno una banconota da 5 dollari. Ho il fiato corto, tipico dell'ultimo atto. Io sono il buio. Eccomi Jack.

mercoledì, settembre 05, 2012

cose






















Tutto quello che posso fare è scrivere. Scrivere e raccontarti cose che ancora non sai. Cose come gesti, angolazioni, prospettive, punti di vista, respiri, idee, voci, sospiri, inciampi, regole da infrangere, quelle infrante, il passato, un passo, un altro, il dubbio, l'attesa, l'odore di un vestito nuovo, le stanze con poca luce, le cose rimaste nella risacca, il rumore delle forbici sulla carta, le notti su un fianco, il domani e anche un attimo dopo, e mettere da parte i ricordi per l'inverno. Che io, sono quello che gli scrivi "Amore, tornando a casa, passi a prendere il latte?" e io mi conservo il foglietto. Ecco, sono quello la.